Suicidio di Stefano Argentino: sette indagati a Messina. Inchiesta su vigilanza e cura in carcere
Messina – Sono sette gli indagati nell’inchiesta aperta dalla Procura di Messina, coordinata dal procuratore Giuseppe D’Amato, sul suicidio in cella di Stefano Argentino, 27 anni, reo-confesso dell’omicidio di Sara Campanella. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati alla direttrice e alla vicedirettrice del carcere di Gazzi, al responsabile del trattamento e a un pool di quattro esperti (uno psichiatra e tre psicologi) che avevano in cura il detenuto. Ferma restando la presunzione di innocenza per tutti gli indagati fino a sentenza definitiva.
Argentino si è tolto la vita mercoledì scorso nella casa circondariale di Gazzi: si sarebbe impiccato con un lenzuolo mentre si trovava in cella con un detenuto anziano; gli altri compagni erano all’esterno per l’ora d’aria. Il 27enne, fin dall’arresto, aveva manifestato intenzioni suicide ed era stato a lungo sottoposto a stretta sorveglianza e isolamento. Di recente, secondo i professionisti che lo seguivano, le condizioni sarebbero migliorate, determinando il passaggio a un regime detentivo ordinario.
Le ipotesi di reato e i prossimi passi
Nel fascicolo la Procura ipotizza, a vario titolo, i reati di omissione di atti d’ufficio e di morte come conseguenza di altro reato. L’obiettivo investigativo è comprendere cosa non abbia funzionato: in particolare, se la sorveglianza e il percorso terapeutico siano stati adeguati alla fragilità psichica del detenuto e se vi siano responsabilità nei vertici dell’istituto e/o nei professionisti incaricati.
Martedì (incarico ai periti fissato per il prossimo martedì) i pm conferiranno l’incarico per l’autopsia sul corpo del 27enne. Trattandosi di atto irripetibile, gli indagati potranno nominare consulenti di parte per gli accertamenti medico-legali.
La posizione della difesa
Durissime le parole del legale di Argentino, l’avvocato Giuseppe Cultrera, che ha parlato di responsabilità dello Stato per non avere tutelato il ragazzo, e ha scritto al Garante dei detenuti chiedendo di prendere posizione. «Sette indagati è già presagio di plurime responsabilità», ha commentato, sostenendo che il 27enne avrebbe dovuto essere trasferito in una Rems o in un istituto a custodia attenuata, ritenendo incompatibile il suo stato mentale con il carcere.
Il procedimento per l’omicidio di Sara Campanella
Per il femminicidio della studentessa universitaria Sara Campanella (22 anni), la prima udienza davanti alla Corte d’assise di Messina era stata fissata per il 10 settembre. Il 12 giugno la Procura aveva chiesto il giudizio immediato per Argentino, contestando anche le aggravanti di premeditazione e crudeltà. Secondo gli investigatori, la vittima, il giorno dell’omicidio, avrebbe notato di essere seguita e inviato un messaggio alle amiche («il malato mi segue»), attivando anche la registrazione audio sul telefono per documentare le molestie.
Sul cellulare di Argentino i Carabinieri avrebbero trovato una foto di Sara alterata con scritte minacciose e note che manifestavano il proposito di ucciderla. L’imputato, secondo l’accusa, avrebbe studiato mesi prima in rete «come e dove colpire» e acquistato online il coltello poi usato per il delitto.
