Occupazioni abusive in Italia: 126 riconducibili all’area anarco-antagonista, due all’estrema destra
ROMA – Dopo lo sgombero del Leoncavallo a Milano, resta ancora ampia la galassia delle occupazioni abusive di immobili, sia pubblici che privati, riconducibili ad aree politiche e sociali diverse. Secondo una mappatura aggiornata, sarebbero almeno 126 le strutture occupate in Italia dall’area anarco-antagonista, all’interno delle quali operano collettivi che organizzano iniziative di varia natura.
Di segno opposto, ma numericamente molto più ridotte, le occupazioni legate all’estrema destra: si contano infatti soltanto due casi, ovvero CasaPound a Roma nella storica sede di via Napoleone III e lo Spazio Libero Cervantes a Catania.
Proprio su CasaPound e sullo Spin Time, altra realtà occupata della Capitale, nei mesi scorsi si era concentrata l’attenzione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che già da prefetto di Roma aveva inserito i due stabili tra quelli da sgomberare. Il Viminale ha disposto censimenti per verificare chi risieda effettivamente all’interno delle strutture, al fine di individuare eventuali situazioni di vulnerabilità da ricollocare in alloggi alternativi.
Dalla mappatura delle occupazioni non conformi emerge che il numero maggiore si trova nel Lazio – in particolare a Roma, con 48 immobili – seguito da Lombardia (25), Campania (15), Piemonte e Sicilia (7 ciascuna). Liguria, Veneto e Puglia contano tre casi per regione, l’Emilia Romagna due, mentre Sardegna, Calabria e Abruzzo registrano un’occupazione ciascuna.
Si tratta nella quasi totalità di occupazioni radicate nel tempo: i nuovi tentativi sono stati infatti sistematicamente sventati dalle forze dell’ordine, in base alla direttiva firmata da Piantedosi che prevede lo sgombero immediato di ogni nuova occupazione.
