Digiuno intermittente: benefici, rischi e cosa dice la scienza
Il digiuno intermittente è un regime alimentare che alterna ore o giorni di digiuno a periodi di alimentazione. Scopri i pro, i contro e le indicazioni mediche.
Il digiuno intermittente (intermittent fasting) è un regime alimentare che non specifica cosa mangiare, ma piuttosto quando. Si basa sull’alternanza di periodi di digiuno e di alimentazione. Tra i metodi più diffusi ci sono il 16:8 (16 ore di digiuno e 8 ore di alimentazione) e il 5:2 (cinque giorni con alimentazione regolare e due giorni a basso apporto calorico).
I pro del digiuno intermittente
Diversi studi scientifici hanno evidenziato i benefici di questo approccio:
- Perdita di peso: secondo il New England Journal of Medicine (2019), può ridurre il grasso corporeo fino all’8% in 3-6 mesi.
- Controllo della glicemia: utile per soggetti con prediabete o insulino-resistenza.
- Salute metabolica: migliora i livelli di colesterolo e trigliceridi.
- Longevità: negli studi su modelli animali si osserva un rallentamento dell’invecchiamento cellulare.
I contro del digiuno intermittente
Nonostante i benefici, il digiuno non è adatto a tutti e comporta alcune criticità:
- Carenze nutrizionali: possibili se il piano non è ben bilanciato.
- Stanchezza e difficoltà di concentrazione: soprattutto nei primi giorni.
- Non adatto a tutti: sconsigliato a bambini, donne in gravidanza, diabetici in terapia insulinica.
- Rischio disturbi alimentari: in soggetti predisposti può favorirne l’insorgenza.
Cosa dicono OMS ed EFSA
Sia l’OMS che l’EFSA non promuovono ufficialmente il digiuno intermittente come strategia nutrizionale standard, ma ne riconoscono il crescente interesse scientifico. In ogni caso, è sempre consigliabile consultare un medico o un nutrizionista prima di intraprendere questo percorso.
