Infortuni sul lavoro, in Italia 607 vittime nei primi sette mesi del 2025
ROMA – I dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre confermano una situazione drammatica. Nei primi sette mesi del 2025 si contano 607 vittime sul lavoro, di cui 437 in occasione di lavoro e 170 in itinere. Rispetto allo stesso periodo del 2024, il bilancio registra un incremento di 30 decessi (+5,2%).
Lombardia, Campania, Veneto e Sicilia si confermano le regioni con il più alto numero di vittime. In zona rossa per incidenza di mortalità a luglio 2025 si collocano Basilicata, Umbria, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Puglia, tutte con valori superiori al 25% rispetto alla media nazionale (Im=18,3 morti ogni milione di lavoratori).
I settori più colpiti restano Costruzioni (67 vittime), Attività Manifatturiere (59), Trasporti e Magazzinaggio (57) e Commercio (42). Il giorno più critico è il lunedì, con il 23,3% degli infortuni mortali, seguito da venerdì (19,7%) e mercoledì (16,5%).
L’Osservatorio evidenzia come l’incidenza più alta si registri tra i lavoratori over 65 (61,4 morti per milione di occupati) e nella fascia 55-64 anni (29,1). La fascia numericamente più colpita è proprio quella tra i 55 e i 64 anni, con 155 decessi. Tra le vittime, 54 sono donne (+14,9% rispetto al 2024) e 131 stranieri, con un rischio di mortalità più che doppio rispetto agli italiani (37 morti ogni milione di occupati contro i 16,1 degli italiani).
Nonostante la lieve diminuzione delle denunce complessive di infortunio (da 350.823 a 349.444, -0,4%), l’emergenza resta grave. «Il fenomeno non trova tregua – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio – e purtroppo non riusciamo a incidere sulle cause degli infortuni mortali, che nel tempo si ripetono con le stesse modalità».
Per ulteriori dati e grafici, è possibile consultare il sito dell’Osservatorio Vega: www.vegaengineering.com/osservatorio.
