Addio a Claudia Cardinale: l’eterna Angelica del “Gattopardo” si è spenta a 87 anni
È stata protagonista di oltre cento film, musa dei grandi registi italiani degli anni ’60, capace di portare in teatro Pirandello e Tennessee Williams. Ma il nome di Claudia Cardinale resterà per sempre legato al ruolo di Angelica ne
Il Gattopardo di Luchino Visconti. Il celebre ballo con Tancredi (Alain Delon) e il principe dei Salina (Burt Lancaster) è entrato nella storia del cinema mondiale.
Claudia Cardinale è morta a 87 anni, «circondata dai suoi figli», come si legge nel comunicato ufficiale diffuso dal suo agente. Si è spenta a Nemours, vicino Parigi, dove viveva da tempo. Nata a La Goleta, presso Tunisi, il 15 aprile 1938 da una famiglia siciliana emigrata, la sua carriera iniziò quasi per caso: a 17 anni vinse un concorso di bellezza durante la settimana del cinema italiano, che la portò alla Mostra di Venezia e le cambiò la vita.
A soli 22 anni recitò in
Rocco e i suoi fratelli (1960) di Visconti. Nel 1963 fu protagonista in tre capolavori:
Il Gattopardo di Visconti,
8½ di Federico Fellini e
La pantera rosa di Blake Edwards. Nello stesso anno lavorò anche con Luigi Comencini in
La ragazza di Bube.
Attrice di una bellezza diversa rispetto a Sophia Loren e Gina Lollobrigida, ha collaborato con registi come Mauro Bolognini, Mario Monicelli, Pietro Germi, Nanni Loy e Pasquale Squitieri, suo compagno di vita. Memorabile anche la sua interpretazione in
La ragazza con la valigia di Valerio Zurlini e in
Bello, onesto, emigrato in Australia… di Luigi Zampa con Alberto Sordi.
Cardinale ha lavorato anche a Hollywood con Edwards, Richard Brooks e Sergio Leone in
C’era una volta in America. In Francia ha collaborato con Henry Verneuil e Philippe de Broca, mentre in Germania è stata protagonista per Werner Herzog in
Fitzcarraldo. Nel 1971 recitò con Brigitte Bardot in
Le pistolere, diventando insieme a lei icona di un’epoca.
La sua carriera è stata premiata con riconoscimenti prestigiosi: il Leone d’Oro alla carriera (1993), l’Orso d’Oro a Berlino (2002), cinque David di Donatello e cinque Nastri d’Argento. Una carriera monumentale, che lascia un segno indelebile nella storia del cinema.
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