Crisi Gaza: soccorsa barca in Sicilia, rimpatriati gli attivisti bloccati in Israele

Crisi Gaza: soccorsa barca in Sicilia, rimpatriati gli attivisti bloccati in Israele

Flotilla per Gaza, barca in difficoltà al largo di Gela: tre francesi soccorsi. Rimpatriati altri 26 italiani

Un’imbarcazione a vela che doveva forse raggiungere Gaza unendosi al secondo gruppo d’imbarcazioni partito a fine settembre da Catania ha probabilmente perso la rotta, anche a causa di problemi tecnici, e l’equipaggio ha chiesto soccorso al largo di Gela (Caltanissetta). Alla richiesta di aiuto hanno risposto i militari della Capitaneria di porto. L’imbarcazione ha attraccato al porto isola, a servizio del polo industriale gelese. A bordo della barca tre cittadini francesi che erano intenzionati a raggiungere le coste palestinesi. Sullo scafo campeggia una grossa scritta: “Free Palestine”.

L’imbarcazione, nelle prossime ore, dovrebbe raggiungere il porto di Licata. L’episodio si inserisce nel contesto della missione umanitaria diretta a Gaza, la cosiddetta Freedom Flotilla, di cui facevano parte anche diversi cittadini italiani.

Dopo i quattro parlamentari rimpatriati ieri, hanno lasciato Israele altri 26 italiani che erano a bordo della missione umanitaria, fermata mercoledì sera a poche decine di miglia dalla costa. Il volo charter, con 137 attivisti di varie nazionalità, è atterrato a Istanbul nel pomeriggio, per poi ripartire in serata verso Roma e Milano. Tra loro anche Paolo Romano, consigliere regionale lombardo del Pd.

Restano tuttavia in carcere altri 15 connazionali. «Rimarranno ancora 2-3 giorni in Israele perché non hanno voluto firmare la liberatoria», ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. La legge israeliana prevede la detenzione di 72 ore per chi rifiuta di firmare. «Chi resta lo fa per tutelare gli altri con i nostri passaporti privilegiati», ha aggiunto Maria Elena Delia, portavoce del Global Movement to Gaza, spiegando che il movimento si è detto disponibile a coprire le spese di viaggio, in parte già sostenute dalla Turkish Airlines per i connazionali rientrati.

Nel frattempo il team legale italiano della Flotilla ha depositato in Procura a Roma un esposto relativo al fermo degli equipaggi e all’attacco con droni subito in acque internazionali. A darne notizia è stata la stessa Delia durante una conferenza stampa insieme ai quattro parlamentari italiani rilasciati da Israele: Arturo Scotto (Pd), Annalisa Corrado (eurodeputata dem), Marco Croatti (M5S) e Benedetta Scuderi (Avs). In sala, ad ascoltarli, anche Elly Schlein con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

«È stato un sequestro – ha sottolineato Delia – perché l’arresto presuppone un’ipotesi di reato, ma in questo caso non erano stati commessi reati». Tutti i parlamentari hanno rivolto un pensiero ai connazionali ancora in carcere: «Dobbiamo essere un fronte unito per riportare a casa tutte le persone detenute illegalmente», ha detto Croatti.

Scuderi ha ricordato le ore successive all’abbordaggio: «Siamo stati ostaggio dell’esercito israeliano, abbiamo subito perquisizioni, interrogatori e non abbiamo avuto accesso ai nostri legali». Per Arturo Scotto il rilascio «è stato un atto unilaterale di Israele» e non una concessione diplomatica. Il deputato dem ha sottolineato di non aver ricevuto alcuna chiamata dalla premier Giorgia Meloni, ma di aver avuto «interlocuzioni con il ministro Crosetto anche nelle ore più complicate dell’abbordaggio».

Le parole più dure sono state riservate proprio alla premier: «Nessun presidente del Consiglio può sindacare su quello che fa un parlamentare della Repubblica – ha detto Scotto –. La più grande menzogna è dire che la Flotilla avrebbe potuto impedire la pace». Anche Annalisa Corrado ha respinto le accuse di rientro privilegiato: «Siamo stati trascinati via, non abbiamo potuto scegliere. Le speculazioni di queste ore le respingiamo al mittente».

Di diverso avviso il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Conte ha definito codardo il governo in Parlamento. Forse i codardi li ha nelle sue file e li abbiamo visti sbarcare ieri».

Intanto emergono nuovi dettagli sulla detenzione anche da fonti svedesi: l’attivista Greta Thunberg avrebbe riferito di essere stata sottoposta a duri trattamenti in custodia israeliana, con scarse condizioni igieniche e poca acqua. A rivelarlo il quotidiano britannico The Guardian.

Tra i 26 italiani rientrati, Paolo Romano ha raccontato: «Siamo stati trattati come animali. Ridevano di noi, ci insultavano e ci picchiavano. Usavano violenza psicologica e fisica».

Nel frattempo la “Flotilla bis” continua il suo viaggio verso la Striscia: due barche partite da Otranto e otto da Catania, appartenenti alla Freedom Flotilla Coalition e al movimento Thousand Madleens, si trovano attualmente nelle acque antistanti Creta.

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