CATANIA – È in corso davanti alla Corte d’assise d’appello di Catania il processo a carico di Martina Patti, la 26enne già condannata in primo grado a 30 anni di reclusione per l’omicidio della figlia Elena, di quasi cinque anni, uccisa il 12 giugno 2022 a Mascalucia. La donna aveva confessato il delitto, simulando inizialmente un rapimento.
Nell’udienza odierna è stata depositata la nuova perizia psichiatrico-forense disposta dalla Corte: per il collegio di esperti composto dai professori Eugenio Aguglia e Roberto Catanesi, l’imputata è pienamente capace di partecipare coscientemente al processo e non presenta alcun vizio di mente, nemmeno parziale.
Secondo i periti, Patti – subito dopo l’omicidio – avrebbe posto in essere comportamenti lucidi, ordinati e finalizzati a occultare il corpo e depistare le indagini: si lavò e cambiò abiti, guidò fino a casa dei genitori e fornì una ricostruzione falsa dei fatti, senza mostrare segnali di disorientamento e confusione.
I consulenti escludono quindi un disturbo della coscienza, rilevando soltanto una parziale amnesia dell’azione omicidiaria, «non sufficiente – scrivono – a configurare un vizio di mente penalmente rilevante».
Il processo è stato aggiornato al prossimo 4 novembre.
