Bagnara Calabra (Reggio Calabria) – Deve sottoporsi mensilmente a una iniezione salvavita ma in Calabria non è riuscita a trovare il farmaco prescrittole: solo grazie all’intervento dei Carabinieri il medicinale è stato individuato a Catania. È quanto accaduto a Gina Zagaria, 38 anni, che ha raccontato la sua vicenda alla Gazzetta del Sud.
«Sono una malata oncologica, ho il diritto di curarmi e di essere curata nella regione in cui pago le tasse. Ogni volta che dovrò fare quella puntura dovrò chiamare i carabinieri e arrivare fino a Catania? Rischio di morire da un momento all’altro» ha dichiarato con amarezza la donna.
Zagaria ha riferito di avere avuto i primi malori sei mesi fa, ma che nessun medico, tra il Reggino e Messina, aveva individuato la patologia, nonostante tac e risonanza con contrasto evidenziassero piccoli noduli al fegato. Su consiglio del suo ex medico curante, si è poi recata al Sant’Orsola di Bologna, dove è stata ricoverata d’urgenza: le è stato diagnosticato un tumore maligno allo stomaco con metastasi al fegato.
Dopo 22 giorni di ricovero, la donna è tornata in Calabria. «L’oncologo – racconta – mi ha detto che dovevo tornare a casa per prendere questo farmaco, perché la Regione Calabria non paga più i farmaci a Bologna». Ma in Calabria il medicinale risultava introvabile.
A quel punto, la donna si è rivolta al suo legale, l’avvocato Lorenzo Gatto, e al medico oncologo di Bologna. «Il mio medico ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri» spiega. I militari, compresa la gravità della situazione, hanno avviato le ricerche e individuato il farmaco a Catania, dove sarebbe ancora reperibile, a differenza che in Calabria.
«Sono andata all’Asp – ha aggiunto – e dicono che neanche lo conoscono, e che è costoso, non so come devono fare. Sono molto preoccupata perché il 20 novembre dovrei ripetere la seconda dose. Devo rivolgermi un’altra volta ai Carabinieri?» si chiede la paziente.
