Va in scena “Arcipelago Battiato” con Malika Ayane, omaggio della Biennale di Venezia al grande musicista e filosofo nell’ottantesimo anniversario della nascita, il 23 marzo 1945.
Il 17 e 18 novembre, per il ciclo dei Progetti Speciali dell’Archivio Storico, sarà proposta una narrazione in musica che si snoda attraverso isole-palcoscenico disseminate nello spazio cinquecentesco del Teatro alle Tese all’Arsenale.
Malika Ayane sarà accompagnata da Leonardo Marino (pianoforte e tastiere), Flavio Virzì (chitarra), Simone Beneventi (percussioni), Silvia Mandolini (violino), Elide Sulsenti (violoncello) e dal polistrumentista Diego Ronzio. Scene e regia sono firmate da Antonello Pocetti e Antonino Viola.
Arcipelago Battiato ripropone i materiali del musicista, scomparso nel 2021, in una nuova forma artistica con trascrizioni, arrangiamenti e rielaborazioni. Il compositore Michele Tadini cura anche la tessitura elettronica e la proiezione del suono insieme a Thierry Coduys.
«È un incedere felice dell’amore, un’idea festosa e di pienezza, ecco cos’è la poetica di Franco Battiato – scrive Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia –. Egli è l’innamorato dell’Amato. L’Ombra della Luce – uno dei brani scelti dal maestro Tadini e affidato a Malika Ayane – è tra le più belle delle preghiere. È struggente, commovente, radicata nel profondo affetto: “Dei più lievi aneliti del cuore. Sono solo l’ombra della luce.”»
Nel programma, brani simbolo della carriera di Battiato: Pollution e Sequenze e frequenze, frutto della pionieristica sperimentazione elettronica con i primi sintetizzatori; Come un cammello in una grondaia (1991) dalle forti influenze classiche; L’ombrello e la macchina da cucire (1995), che segna la collaborazione con Manlio Sgalambro; Fleurs (1999), raffinato ciclo pianistico e d’archi; e ancora Dieci stratagemmi (2004), Il vuoto (2007), Inneres Auge (2009) e Joe Patti’s Experimental Group (2014), ritorno all’elettronica delle origini.
«In tutti i lavori di trascrizione, arrangiamento e ricomposizione – spiega Michele Tadini – si deve sempre avere ben chiara l’origine e il senso dei brani: come non tradirli, come rispettarli, come capirne l’essenza. Ma anche come riuscire a fare proprio il materiale, come svilupparlo, come permettersi di creare ancora».
E aggiunge:
«È stata una scrittura a scatti, per avanzamenti repentini; fiumi di note si sono riversati sulla partitura, alternandosi alla creazione elettronica che nasce dalle registrazioni della voce straordinaria di Malika Ayane».
L’omaggio a Franco Battiato, che segue la lectio magistralis di Massimo Cacciari su La morte dello jus belli, è realizzato in collaborazione con la casa editrice SZ Sugar, custode del prezioso catalogo musicale dell’artista.
