Ars, imputato il presidente Galvagno: corruzione, peculato e truffa tra le accuse
Nuova scossa giudiziaria all’Assemblea regionale siciliana. Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, è stato formalmente imputato insieme ad altre cinque persone: l’ex portavoce Sabrina De Capitani di Vimercate, l’imprenditrice Caterina “Marcella” Cannariato, Alessandro Alessi, Marianna Amato e l’autista Roberto Marino. A vario titolo, sono contestati i reati di corruzione, peculato e truffa.
Le notifiche dell’imputazione sono state consegnate pochi minuti prima dell’inizio della seduta d’Aula chiamata a discutere e votare la mozione di sfiducia delle opposizioni contro il presidente della Regione, Renato Schifani. Una coincidenza che aggrava ulteriormente il clima politico già teso per l’altra inchiesta che coinvolge esponenti della Nuova Dc, tra cui l’ex governatore Totò Cuffaro.
I presunti favori e i fondi pubblici per gli eventi
Al centro dell’indagine vi sono i finanziamenti a iniziative organizzate da Marcella Cannariato, moglie oggi separata di Tommaso Dragotto, titolare della “Sicily by Car”. Secondo gli inquirenti, l’Ars avrebbe stanziato ed erogato fondi per eventi, tra cui il Magico Natale 2023, in cambio di favori rivolti al presidente Galvagno e alla sua portavoce De Capitani.
La mediazione sarebbe stata curata da De Capitani, mentre Marianna Amato e Alessandro Alessi avrebbero avuto un ruolo nel facilitare i rapporti e nel sostenere il sistema di scambi illeciti contestato.
Il ruolo dell’autista e le accuse di peculato
L’autista del presidente, Roberto Marino, è accusato di avere ottenuto vantaggi personali attraverso una serie di truffe e di episodi di peculato legati all’utilizzo dell’auto blu di servizio messa a disposizione di Galvagno. Gli inquirenti contestano un uso improprio del mezzo istituzionale per finalità private.
Le posizioni stralciate e lo stato dell’inchiesta
Rispetto all’avviso di conclusione delle indagini notificato il mese scorso, sono state stralciate le posizioni di Sebastiano “Nuccio” La Ferlita, manager dello spettacolo, e di Giuseppe Cinquemani, collaboratore del presidente dell’Ars.
L’inchiesta resta tuttavia di grande rilievo politico e giudiziario, poiché coinvolge direttamente il vertice dell’Assemblea regionale siciliana e arriva in un momento di massima tensione tra governo regionale, maggioranza e opposizioni.
