Microelettronica, la Sicilia punta a diventare hub europeo: firmato l’accordo per la Linea Pilota Microchip a Catania
La Sicilia si candida a diventare un hub strategico per la microelettronica europea. Regione, Comune di Catania e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) hanno sottoscritto l’accordo per la realizzazione della “Linea Pilota Microchip” nell’area industriale del capoluogo etneo, un intervento finanziato con 19 milioni di euro provenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027.
L’infrastruttura, dedicata allo sviluppo di semiconduttori di nuova generazione a larga banda proibita (wide bandgap), rientra nel quadro del Chips Act, il programma UE per rafforzare l’autonomia tecnologica nel settore strategico dei microchip. Il progetto PL4-WBG, coordinato dall’Italia, ha scelto Catania come sede per questa nuova linea pilota avanzata.
«La Sicilia diventa protagonista della rivoluzione tecnologica europea e questo accordo segna un passaggio epocale per la nostra Isola», dichiara il presidente della Regione, Renato Schifani. «Il nostro obiettivo è invertire la rotta della fuga dei cervelli: questa iniziativa dovrà creare opportunità concrete per trattenere i nostri giovani talenti e attrarre ricercatori e professionisti».
L’investimento complessivo del progetto europeo ammonta a oltre 170 milioni di euro, finanziati per metà dall’UE e per l’altra metà dal cofinanziamento nazionale dei ministeri delle Imprese e dell’Università.
«La firma di questo accordo consolida il ruolo della Sicilia nella filiera europea dei semiconduttori e rafforza il posizionamento di Catania come polo avanzato dell’innovazione», aggiunge l’assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo.
L’operazione prevede che il Comune di Catania metta a disposizione un’area di oltre 80mila metri quadri tramite diritto di superficie a favore del Cnr. Sarà realizzato un edificio tecnologico che integrerà una clean room e attrezzature all’avanguardia. Il Cnr avrà il ruolo di soggetto attuatore, coordinando le risorse e garantendo la piena esecuzione del progetto. Un modello di governance condivisa che, secondo Schifani, «intendiamo replicare per tutti i grandi progetti strategici».
