Natale in Sicilia, 1,4 mld per prodotti alimentari: a Palermo la spesa maggiore, Catania seconda

Natale in Sicilia, 1,4 mld per prodotti alimentari: a Palermo la spesa maggiore, Catania seconda

SICILIA – Le festività natalizie incidono in modo significativo sulle abitudini di spesa dei siciliani, in particolare per quanto riguarda il comparto alimentare. A certificarlo sono le stime di Confartigianato Imprese Sicilia, che analizzano l’andamento dei consumi nel triennio 2022-2024.

Secondo i dati, il mese di dicembre rappresenta il vero cuore della spesa alimentare: le vendite al dettaglio di prodotti alimentari risultano superiori del 21,6% rispetto alla media degli altri undici mesi dell’anno. Non solo: nello stesso mese si concentra il 10% del totale delle vendite annuali di prodotti alimentari, a conferma di quanto il Natale resti un momento centrale per i consumi delle famiglie.

Nel periodo delle festività natalizie, la spesa complessiva delle famiglie siciliane per cibo e bevande raggiunge 1,4 miliardi di euro, pari al 7,9% della spesa nazionale. Un dato che evidenzia il peso dell’Isola nei consumi alimentari italiani e il ruolo strategico del settore agroalimentare e artigianale, particolarmente attivo durante le ricorrenze di fine anno.

Le province: Palermo e Catania in testa

Guardando alla distribuzione territoriale della spesa, emerge una netta differenza tra le province. Palermo si conferma al primo posto, con 341 milioni di euro investiti in cibo e bevande nel periodo natalizio. Segue Catania, con 307 milioni di euro, mentre al terzo posto si colloca Messina con 187 milioni.

A seguire, Trapani registra una spesa di 124 milioni di euro, poco davanti ad Agrigento con 118 milioni. Siracusa si attesta a 113 milioni, mentre Ragusa raggiunge i 90 milioni di euro.

Nella parte bassa della classifica troviamo Caltanissetta, con 71 milioni di euro, e Enna, che chiude con 46 milioni di euro di spesa natalizia in cibo e bevande.

I numeri confermano come il Natale continui a rappresentare un momento cruciale non solo dal punto di vista sociale e culturale, ma anche economico, sostenendo consumi, filiere locali e piccole imprese legate all’alimentazione e alle tradizioni gastronomiche siciliane.

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