«Ho avuto una vita bellissima, una vita veramente bella. Le memorie che ho sono memorie piene di vita. Non voglio fossilizzarmi attorno all’idea di morte. Mi voglio legare all’idea che c’è una vita. Quello che mi dispiace tanto è scoprirlo solo adesso».
Così Franco Di Mare, storico giornalista Rai, a lungo inviato in teatri di guerra nella ex Jugoslavia, annunciando a `Che Tempo che Fa´ di Fabio Fazio – dove ha presentato il suo libro `Le parole per dirlo´ – di aver contratto un mesotelioma, una forma di tumore legata all’amianto.
«Non è ancora tardi, non è ancora finita. Perchè come dice un allenatore di calcio che a te piace molto, Vujadin Boskov…’Partita finisce quando arbitro fischia’. E il mio arbitro non ha fischiato ancora», ha aggiunto il giornalista rivolgendosi a Fazio.
«Ora io capisco che possano esserci delle ragioni di ordine sindacale e legale. Ma io chiedevo alla Rai lo stato di servizio, che è un mio diritto, cioè chiedevo alla Rai `perfavore mi fate l’elenco dei posti in cui sono stato? Perché così posso provare a chiedere alle associazioni di categoria che cosa si può fare´. Sono spariti tutti». Così Franco Di Mare, storico giornalista Rai, a lungo inviato di guerra nella ex Jugoslavia, raccontando a `Che Tempo che Fa´ di Fabio Fazio – dove ha presentato il suo libro `Le parole per dirlo´ – di aver contratto un mesotelioma, una forma di tumore legata all’amianto. «Tutta la Rai, tutti i gruppi dirigenti. Non parlo di quelli attuali, ma di quelli precedenti», ha aggiunto, «se io posso arrivare a capire che possono esistere delle ragioni legali o sindacali quello che capisco meno è l’assenza sul piano umano. Queste persone a cui parlavo dando del tu sono sparite, si sono negate al telefono come se fossi un questuante. Io davanti a un tale atteggiamento trovo un solo aggettivo: è ripugnante».