CATANIA. Un litigio per alcune semplici vaschette di plastica è sfociato in tragedia. È questo il movente, tanto assurdo quanto drammatico, che si cela dietro l’omicidio di Santo Re, 30enne dipendente della storica pasticceria Quaranta di Catania, accoltellato nel pomeriggio di ieri in piazza Mancini Battaglia.
Secondo la ricostruzione degli investigatori della Squadra Mobile di Catania, la lite sarebbe scoppiata tra Santo Re e un posteggiatore abusivo 37enne, cittadino dello Zimbabwe, già noto alle forze dell’ordine e privo di permesso di soggiorno. Tutto sarebbe nato dalla mancata restituzione di alcune vaschette di plastica usate dal personale del bar per offrire del cibo al posteggiatore. Un gesto di carità che si è trasformato in un tragico pretesto.
Re aveva appena concluso il suo turno di lavoro e si stava dirigendo verso la sua auto per tornare a casa. Alla richiesta di riconsegnare le vaschette, l’uomo avrebbe reagito con inaudita violenza, colpendo Santo con un coltello: prima alle braccia, poi al torace e infine all’addome.
I colleghi sono intervenuti immediatamente per soccorrerlo e hanno allertato il 118. Il giovane è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Cannizzaro, ma le lesioni interne erano troppo gravi e i medici non hanno potuto salvarlo.
L’aggressore, con precedenti per resistenza a pubblico ufficiale e per una violenta aggressione nel 2019 ai danni della polizia municipale, è stato fermato dalla polizia dopo un tentativo di fuga. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona sono ora al vaglio degli inquirenti per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’omicidio.
Una vicenda che ha sconvolto la città e che lascia sgomenti per la sua assurdità: un gesto violento scaturito da un atto di gentilezza.
Subito ai domiciliari nelle abitazioni dei magistrati comunisti o a casa di fratoianni e signora