Paternò, il PD attacca Fratelli d’Italia: “Doppia morale sul caso Galvagno”
“Sorprende la doppia morale da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia paternesi. Giustizialisti quando le inchieste riguardano i loro avversari, garantisti quando invece toccano i loro esponenti”. È quanto si legge in una dura nota stampa diffusa dal Partito Democratico di Paternò, che interviene sulla vicenda giudiziaria che vede coinvolto Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, indagato per corruzione.
I dem locali ricordano come, in passato, Fratelli d’Italia non abbia esitato a cavalcare pubblicamente inchieste giudiziarie a carico di Nino Naso, sindaco uscente e avversario politico, mentre oggi predica garantismo per il proprio leader.
Il PD paternese ribadisce il proprio rispetto per lo Stato di diritto, ma afferma che ciò che emerge dalle intercettazioni richiede un’analisi politica ed etica: “Siamo di fronte a un utilizzo scellerato delle risorse pubbliche, a una fitta rete di clientele, a un familismo amorale e mediocre”.
“Si utilizza la cosa pubblica come fosse privata – prosegue la nota –. L’ostentazione del potere promana dal ‘centro’ e si estende alla periferia, fino alla ‘familia’”. Secondo il Partito Democratico, il vero nodo sta nell’assenza di regole che favorisce discrezionalità e clientelismo: “Non sempre è reato penale, ma è in questa zona grigia che si annida la corruzione”.
I dem puntano il dito anche contro finanziamenti a pioggia, incarichi dati tramite la Fondazione Federico II, e nomine anche a Bruxelles “per le quali conta solo la fedeltà al capo”.
La conclusione è un atto d’accusa: “La città muore mentre si infittisce la rete del potere. Il presidente dell’Ars e il suo partito devono rispondere politicamente. Perché il futuro della Sicilia e di Paternò dipende da queste risposte, non solo da un’indagine giudiziaria”.
