Replica dell’Osservatorio Politico Catania al PD: “Difendiamo l’impegno istituzionale del Presidente Galvagno”
Non si è fatta attendere la replica dell’Osservatorio Politico Catania al Partito Democratico di Paternò, che nei giorni scorsi aveva espresso, tramite i social, la propria preoccupazione per le notizie emerse sulla figura del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno.
A firmare la risposta è il presidente dell’Osservatorio, Mario Catone, che definisce “sorprendenti” le dichiarazioni del PD: «Affidarsi ai social per manifestare l’ennesima indignazione nei confronti di un nostro esponente, ancora coinvolto in una fase di indagine preliminare, è un atto grave. Galvagno ha sempre dimostrato correttezza e impegno istituzionale».
Secondo l’Osservatorio è “inaccettabile il paragone” tra la posizione del Presidente dell’Ars e le gravi vicende giudiziarie che stanno travolgendo la città di Paternò. «Paragonare presunti favori a procedimenti penali per voto di scambio politico-mafioso è blasfemo: sono due piani completamente diversi».
Il comunicato ricorda le vicende che hanno coinvolto l’ex presidente del consiglio comunale Filippo Sambataro, definito «organico all’esperienza politica dell’imputato Nino Naso», e accusa il PD di puntare il dito su Fratelli d’Italia sul caso Salinelle, «anziché individuare i veri responsabili del disastro ambientale».
L’Osservatorio rivendica anche l’uso delle risorse culturali stanziate da Galvagno e dalla Fondazione Federico II: «Questi fondi hanno permesso di valorizzare artisti, monumenti, eventi religiosi come la festa di Santa Barbara e progetti editoriali sulla storia di Paternò».
Infine, viene criticato l’atteggiamento delle “sinistre scomposte”, accusate di ignorare vicende cruciali come i contratti di quartiere, le anomalie nelle cooperative edilizie del nono comparto, i ritardi sul piano regolatore (PUG) e l’assenza di richieste di fondi regionali per la pianificazione urbana.
«A chi conviene tutto questo silenzio? Certamente non alla città. Chi oggi grida allo scandalo sui social, dov’era quando serviva chiarezza e concretezza?», conclude la nota.
