Morte di Simona Cinà, oggi l’autopsia: la famiglia attende la verità
Potrebbe arrivare oggi la verità sulla tragica morte di Simona Cinà, la ventenne pallavolista deceduta sabato scorso durante una festa di laurea in una villa privata a Bagheria, nel Palermitano. Sarà l’autopsia, in programma al Policlinico di Palermo, a chiarire le cause del decesso e a fornire quelle risposte che i familiari attendono con dolore e speranza.
La giovane, atleta agonista e nuotatrice esperta, è stata trovata priva di sensi sul fondo della piscina. Un dramma che resta inspiegabile per i genitori, per la sorella gemella e per il fratello maggiore: “Stava bene, non aveva alcun problema di salute”, hanno dichiarato ai Carabinieri di Bagheria. Era sottoposta regolarmente a controlli medici per l’attività sportiva e possedeva tutti i certificati necessari.
La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, ipotizzando un malore o un incidente. Nessun elemento, finora, farebbe pensare a un gesto doloso. I testimoni presenti alla festa hanno riferito che la serata si è svolta in modo tranquillo e che nessuno si sarebbe accorto del momento in cui Simona è finita in acqua. Due ragazzi si sono tuffati per soccorrerla, ma i tentativi di rianimazione sono stati vani.
Nella giornata di ieri sono stati effettuati i primi accertamenti medico-legali: TAC, radiografie e una risonanza magnetica per verificare l’eventuale presenza di fratture, emorragie o patologie pregresse. Tuttavia, questi esami non sono stati risolutivi. L’autopsia sarà eseguita oggi dal dottor Tommaso D’Anna, per verificare se vi fosse acqua nei polmoni – indizio determinante per confermare l’annegamento – o altre cause.
La famiglia Cinà sarà assistita da un consulente medico-legale di parte, nominato dagli avvocati Gabriele Giambrone e Davide Carnese. Ci vorranno circa 45 giorni per avere anche i risultati degli esami tossicologici e istologici.
Intanto, ai familiari è stato notificato il decreto di convalida del sequestro di oggetti trovati nella villa: il costume e i vestiti di Simona, bottiglie di alcolici (gin, spritz, spumante), teli mare e abiti da festa. Il provvedimento è stato firmato dal sostituto procuratore Raffaele Cammarano.
“Speriamo di avere delle risposte”, ha dichiarato il fratello di Simona, Gabriele. “Aspettiamo, non possiamo fare altro”.
