Mulè: «Nel 2022 sarei stato io il candidato del centrodestra in Sicilia»
PALERMO – Nel 2022 il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione siciliana sarebbe stato Giorgio Mulè, se non fosse intervenuto un intoppo burocratico legato al mancato cambio della residenza nei tempi previsti dalla legge elettorale. A raccontarlo è lo stesso vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia in un’intervista a Repubblica, mentre proseguono le schermaglie con l’attuale governatore Renato Schifani.
Si parla di una possibile ricandidatura di Schifani nel 2027, mentre Mulè non esclude una sua corsa alle prossime regionali in Sicilia. Un’ipotesi ritenuta però improbabile dal senatore Maurizio Gasparri, che a La Sicilia ha liquidato la questione come una «boutade d’agosto. È come se io dicessi: ora mi candido in Groenlandia».
Ieri Schifani ha commentato con tono ironico ma netto: «Chiunque abbia superato 21 anni può candidarsi. L’importante è che raccolga le firme per la presentazione delle liste». Una battuta che ha trovato la replica di Mulè: «Il partito ce l’ho. Nell’eventualità di una candidatura non avrei bisogno di raccogliere le firme. Non so se la carica di presidente della Regione, un giorno, rientrerà tra i miei obiettivi. Per ora c’è Schifani, la persona migliore per il ruolo».
Il tono, però, si è fatto più duro quando Mulè ha accusato Schifani di «collezionare errori», citando in particolare il ricorso al Tar contro la nomina di Annalisa Tardino – ex eurodeputata della Lega – a commissario dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale, nomina voluta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. «Non si porta un alleato davanti a un giudice per una questione politica, per una nomina che spetta al ministero e su cui la Regione non ha parere vincolante», ha attaccato Mulè.
Quindi il racconto della candidatura mancata nel 2022: «Il 10 agosto ricevetti una telefonata di Silvio Berlusconi che mi sondava per la presidenza della Regione. Dopo il mio sì, il Cavaliere mi richiamò per dirmi che c’era l’accordo della coalizione. Ma il 12 agosto si scoprì che il giorno prima scadeva il termine per trasferire la residenza in Sicilia. Così sfumò la candidatura e arrivò Schifani».
Infine un affondo sul partito in Sicilia, attualmente guidato da Marcello Caruso, fedelissimo di Schifani: «Va creata la segreteria. Nell’Isola Forza Italia è apolide, non c’è neppure una sede. Ho chiesto più volte un confronto. Niente».
