Sparatorie e intimidazioni a Catania, la deputata Marano: “Serve l’intervento del Viminale”

Sparatorie e intimidazioni a Catania, la deputata Marano: “Serve l’intervento del Viminale”

Scene di ordinaria criminalità a Catania: venti colpi di pistola contro un centro estetico

CATANIA – Ennesimo episodio di violenza nelle strade del capoluogo etneo. Nella notte, ignoti hanno esploso oltre venti colpi di pistola contro un centro estetico in via Garibaldi, la cui titolare è figlia di un noto personaggio della malavita locale. Solo poche ore prima, altri cinque colpi di arma da fuoco erano stati sparati in via Calabrò, nei pressi dell’abitazione della donna e del suo compagno.

Una sequenza che si inserisce in un quadro di crescente allarme sociale, con sparatorie, intimidazioni e “avvertimenti” che si ripetono ormai con frequenza quasi quotidiana a Catania e nei comuni della provincia. Proprio per questo la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Josè Marano, ha presentato un’interrogazione urgente al governo regionale chiedendo l’intervento del Ministero dell’Interno.

«Venti colpi di arma da fuoco esplosi contro un’attività commerciale la scorsa notte. Altri cinque colpi esplosi poco prima. È successo a San Cristoforo ma succede ogni santo giorno in tantissimi altri quartieri di Catania – ed è successo anche a Misterbianco alcuni giorni fa e in altri comuni della provincia – di assistere ad episodi di inaudita violenza», ha dichiarato Marano. «Non passa giorno che non si registrino furti, rapine, scippi ma anche minacce e intimidazioni a danno di cittadini, esercenti e turisti. La misura è colma. Ecco perché ho presentato un’interrogazione parlamentare urgente per chiedere che il governo regionale si attivi affinché il Ministero dell’Interno disponga interventi immediati a tutela della sicurezza».

Parole dure che fotografano una città “allo sbando, in balia dell’illegalità”. «Non possiamo restare con le mani in mano – conclude Marano – mentre la criminalità prende il sopravvento condizionando la nostra quotidianità e il nostro lavoro, penalizzando il turismo e alimentando la paura e il senso di impotenza della gente perbene che vorrebbe solo poter camminare per strada senza rischiare la vita».

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