Riposto, tragedia sul lavoro: muore a 53 anni l’operaio Salvatore Sorbello. Sindacati: «Morti bianche non siano più fatalità»
RIPOSTO – Un uomo di 53 anni, Salvatore Sorbello di Santa Venerina, è morto questa mattina poco dopo le 8 mentre era impegnato, insieme a un collega, in lavori su un capannone della zona industriale di Rovettazzo. L’operaio è precipitato da un’impalcatura di oltre otto metri, morendo sul colpo. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei sanitari del 118, intervenuti anche con un elicottero.
Sul posto sono giunti i Carabinieri della stazione di Riposto e della compagnia di Giarre, coordinati dalla procura di Catania. Intervenuti anche gli ispettori dello Spresal e del Nil. La zona potrebbe essere sottoposta a sequestro, mentre le indagini sono in corso per accertare eventuali responsabilità e verificare il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.
Le reazioni dei sindacati
Carmelo De Caudo, segretario della Cgil di Catania, ha dichiarato: «Oggi piangiamo la morte di Salvatore Sorbello, un lavoratore metalmeccanico di 53 anni, che ha perso la vita a Riposto mentre operava sul tetto di un capannone. Ancora una volta siamo costretti a denunciare una tragedia che non può essere considerata una fatalità. Le morti sul lavoro non sono il prezzo inevitabile dello sviluppo: sono il segno di un sistema che non investe abbastanza in sicurezza, formazione e controlli».
De Caudo ha aggiunto: «La provincia di Catania continua a registrare numeri intollerabili di incidenti gravi e mortali. Dietro ogni statistica c’è una famiglia spezzata, una comunità ferita, un vuoto che non si colmerà mai. Chiediamo più ispettori, più prevenzione, più responsabilità. Servono investimenti veri nella cultura della sicurezza».
Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl, ha parlato di tragedia evitabile: «Urgono interventi immediati a partire dal potenziamento dei controlli da parte degli enti ispettivi. È necessario investire nella formazione e promuovere fin dalle scuole la cultura della sicurezza sul lavoro, rafforzando le misure di prevenzione per fermare il drammatico fenomeno delle cosiddette morti bianche».
Per la Uil, Enza Meli e Nino Potenza hanno espresso «rabbia e dolore», sottolineando: «In Italia si muore più per il lavoro che per la mafia ma dallo Stato non arrivano risposte serie. Serve l’introduzione di uno specifico reato di omicidio sul lavoro nel Codice penale. Chiediamo più formazione, prevenzione e ispezioni, a partire dai microcantieri, troppo spesso fuori controllo».
I dati dell’Inail confermano la gravità del fenomeno: nei primi sette mesi del 2025 in provincia di Catania si sono registrati 4.447 incidenti sul lavoro, con 12 vittime, uno in più rispetto allo stesso periodo del 2024.
