Pontida 2025: il raduno della Lega con lo slogan “Liberi e forti”
“Liberi e forti”. È lo slogan scelto per il 37° raduno leghista di Pontida, in programma sabato 20 e domenica 21 settembre 2025. Un richiamo diretto al manifesto storico del 1990 e al “giuramento di Pontida”, quando Umberto Bossi scelse la cittadina delle valli bergamasche per radunare i leghisti, prendendo spunto dalle Giornate della gioventù di Giovanni Paolo II.
Il programma del sabato
Sul pratone, dove ancora campeggia la scritta “Padroni a casa nostra”, torneranno a riunirsi migliaia di militanti e sostenitori del Carroccio. L’apertura è prevista sabato pomeriggio alle 17.30, con Matteo Salvini sul palco accanto al nuovo vicesegretario Roberto Vannacci (alla sua prima uscita da iscritto) e al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, in un evento dedicato ai giovani.
Domenica la giornata clou
Il giorno successivo vedrà alternarsi sul palco ministri, governatori e ospiti internazionali. Tra i presenti: Jordan Bardella del Rassemblement National di Marine Le Pen, Santiago Abascal leader di Vox, e Flavio Bolsonaro, figlio dell’ex presidente brasiliano Jair, recentemente condannato per tentato colpo di Stato. A chiudere, dalle 10, sarà lo stesso Salvini.
Simboli e tradizione
Non mancheranno le bandiere con il Sole delle Alpi, magliette, foulard verdi, elmetti vichinghi e gadget identitari. Negli ultimi anni sono comparsi anche slogan legati al Ponte sullo Stretto e al processo Open Arms che ha visto protagonista Salvini.
Dalla spinta secessionista degli anni ’90 con il motto “Padania libera”, passando per campagne anti-euro e anti-migranti, fino alla svolta sovranista europea, Pontida resta la cartina al tornasole dell’evoluzione della Lega, guidata da Salvini dal 2013 e riconfermata al congresso dell’aprile scorso.
Messaggi politici e tensioni interne
Davanti a oltre 200 pullman di militanti e amministratori attesi da tutta Italia, Salvini lancerà i messaggi in vista delle regionali, con la pretesa di mantenere il controllo sul Veneto post-Zaia. Al tempo stesso dovrà difendere la linea del generale Vannacci, figura divisiva che ha suscitato dubbi tra i vertici, come il governatore lombardo Attilio Fontana, preoccupato da una possibile “vannaccizzazione” del movimento.
Identità lombarda
Al gazebo della Lega Lombarda sarà possibile firmare la “Carta della Lombardia”, che insiste sui temi identitari con lo slogan “Meno Roma in Lombardia, più Lombardia a Roma”, in un chiaro tentativo di ritorno alle origini.
