Giornata Mondiale dell’Alzheimer: al via in Italia sperimentazione con ultrasuoni per combattere la demenza

Giornata Mondiale dell'Alzheimer: al via in Italia sperimentazione con ultrasuoni per combattere la demenza

World Alzheimer’s Day: nuove speranze dalla ricerca sugli ultrasuoni

ROMA – Oggi, 21 settembre, si celebra in tutto il mondo il World Alzheimer’s Day, iniziativa globale per aumentare la consapevolezza e combattere lo stigma legato all’Alzheimer e alle altre forme di demenza. In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità è impegnato con l’Osservatorio Demenze nella mappatura dei centri dedicati e con la ricerca sperimentale del Dipartimento di Neuroscienze.

Cos’è la demenza?

La demenza è una condizione clinica cronico-degenerativa, vascolare, metabolica o infiammatoria, che si manifesta con deficit cognitivi progressivi (memoria, linguaggio, funzioni esecutive), disturbi del comportamento e perdita di autonomia fino alla completa dipendenza dagli altri. Rappresenta una delle principali cause di disabilità a livello globale.

La sperimentazione sugli ultrasuoni

Una nuova frontiera terapeutica arriva dall’Irccs San Raffaele di Roma, dove a breve partirà una sperimentazione basata sulla stimolazione transcranica a ultrasuoni focalizzati a bassa intensità (LItFUS). Si tratta di una tecnologia non invasiva capace di raggiungere aree profonde del cervello con precisione millimetrica.

«Negli ultimi anni l’armamentario terapeutico e riabilitativo delle demenze si è arricchito di tecnologie di stimolazione transcranica non-invasiva», spiega Paolo Maria Rossini, direttore del Dipartimento di Neuroriabilitazione del San Raffaele. «Mentre i metodi precedenti raggiungevano solo aree superficiali e ampie, gli ultrasuoni permettono di concentrare energia in strutture profonde, senza danneggiare le cellule nervose».

Obiettivi e prospettive

L’ipotesi dei ricercatori è che la stimolazione con ultrasuoni possa riattivare aree cerebrali ipoattive e rafforzare connessioni neuronali indebolite, favorendo la creazione di nuovi circuiti nervosi in grado di vicariare le funzioni compromesse. Un approccio innovativo che apre nuove speranze per i pazienti affetti da demenza, nelle diverse fasi della malattia.

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