Adrano, 14 arrestati in operazione antimafia: sequestrati droga e armi, detenuti denunciati anche per utilizzo illecito di cellulari (VIDEO)

Adrano, 14 arrestati in operazione antimafia: sequestrati droga e armi, detenuti denunciati anche per utilizzo illecito di cellulari (VIDEO)

Maxi operazione antimafia: 24 arresti contro il clan Scalisi ad Adrano, sventato piano di vendetta

Nella scorsa notte gli agenti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di P.S. di Adrano, coordinati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Napoli, Caserta, Taranto, Nuoro, Sassari, Udine, Pavia, Siracusa e Chieti e del Commissariato di P.S. Caltagirone, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, nei confronti di 14 soggetti accusati, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa, nonché di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione e detenzione abusiva di armi, ricettazione, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravati dall’essere stati commessi al fine di agevolare il sodalizio mafioso denominato clan Scalisi, operante nel territorio adranita.

I 14 arrestati

  1. BIONDI Vincenzo cl. 1977
  2. BONURA Antonino cl. 1989
  3. CASTRO Pietro cl. 1997
  4. CENTAMORE Emanuele cl. 2001
  5. DI PRIMO Alfio cl. 1967
  6. GAROFALO Antonino cl. 1968
  7. LO CURLO Alfio cl. 1992
  8. NICOLOSI Concetto Cristian cl. 2003
  9. PANTO’ Soraja cl. 1985
  10. SANGRIGOLI Dario cl. 2000
  11. SCAFIDI Salvatore cl. 1997
  12. SCALISI Alfio cl. 2002
  13. SCHILIRO Pietro cl. 1967
  14. STISSI Andrea cl. 199

I provvedimenti fanno seguito ai fermi disposti dalla Procura ed eseguiti dalla Polizia di Stato lo scorso 16 settembre, a carico di 10 soggetti appartenenti alla stessa compagine criminale, nei cui confronti il Gip, al termine dell’udienza di convalida, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere:

I 10 fermati il 16 settembre

  1. CASTRO Vincenzo cl. 2002
  2. INTILI Davide cl. 2000
  3. LO CICERO Salvatore cl. 1993
  4. LUCIFORA Pietro Giuseppe cl. 1977
  5. LUCIFORA Mario cl. 1977
  6. GEMMELLARO Angelo cl. 1978
  7. MANNINO Francesco cl. 1983
  8. MANNINO Biagio cl. 1987
  9. RICCERI Antonio cl. 2003
  10. SCIACCA Mario cl. 2001

Le condotte degli indagati si collocano nel periodo compreso tra ottobre 2023 e settembre 2025 e riguardano, oltre all’associazione mafiosa e a quella dedita al traffico e allo spaccio di stupefacenti, anche attività estorsive consolidate nel tempo nei confronti di imprenditori edili e agricoli, commercianti, proprietari terrieri e venditori ambulanti, nonché intimidazioni consistenti nell’incendio di veicoli.

Nel corso delle attività è stato sequestrato oltre un chilogrammo di stupefacente tra cocaina e marijuana. Sono state inoltre rinvenute e sequestrate tre pistole, con relativo munizionamento, riconducibili al sodalizio criminale. Tra i soggetti denunciati figurano anche alcuni detenuti, che comunicavano dal carcere utilizzando telefoni cellulari detenuti illecitamente.

Il piano di vendetta per l’omicidio di Nicolò Alfio Lucifora

L’adozione degli iniziali provvedimenti di fermo è scaturita dalla necessità di scongiurare il piano omicidiario, in fase di realizzazione, che avrebbe ordito LUCIFORA Pietro, ritenuto attuale reggente della famiglia mafiosa, per ragioni legate all’uccisione del figlio diciassettenne Nicolò Alfio, maturata in contesti estranei alla criminalità organizzata.

Il ragazzo era stato ucciso a coltellate la notte del 20 aprile 2025 a Francofonte (SR), durante una rissa tra giovani. Nonostante per quell’omicidio il 25 aprile fosse stato arrestato un giovane residente nel comune siracusano, dalle intercettazioni è emerso che LUCIFORA Pietro fosse determinato a vendicarsi, pianificando un omicidio multiplo contro soggetti da lui ritenuti responsabili della morte del figlio. L’agguato avrebbe dovuto svolgersi a Francofonte negli ultimi giorni di settembre.

Dalle attività tecniche è emerso che, quali compartecipi del piano, figurassero lo zio SCHILIRO’ Pietro e membri del suo nucleo familiare residenti a Chieti. Con il supporto di un complice di Pescara, si stavano preparando una finta divisa da carabiniere, il noleggio di un furgone privo di GPS e il reperimento di armi.

Secondo il piano, LUCIFORA Pietro intendeva crearsi un alibi recandosi a Chieti per le nozze dello zio (20 settembre), per poi scendere in Sicilia ed eseguire il delitto, risalendo in Abruzzo subito dopo. A supportarlo anche il fratello LUCIFORA Mario, impegnato a reperire le armi da usare nell’agguato.

Sequestri e arresti in flagranza

Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati oltre 150 operatori delle Questure di Catania, Napoli, Caserta, Nuoro, Sassari, Pavia, Siracusa, Udine, Taranto e Chieti, dei Reparti Prevenzione Crimine di Catania, Palermo e Siderno, delle unità cinofile di Catania, Palermo, Napoli e Ancona e un elicottero del Reparto Volo di Palermo. Oltre ai provvedimenti restrittivi, sono state eseguite perquisizioni ad Adrano, Catania, Chieti e Pescara.

Le ricerche hanno portato all’arresto in flagranza, il 16 settembre, di due soggetti già colpiti da fermo. Nelle pertinenze dell’abitazione di LUCIFORA Pietro sono stati trovati circa 550 grammi di cocaina suddivisi in dosi, con bilancini e materiale per il confezionamento. Nell’appartamento di GEMMELLARO Angelo è stato sequestrato un revolver senza matricola. Nel garage di SCHILIRO’ Pietro, a Chieti, sono state rinvenute due divise simili a quelle dei Carabinieri, da usare per l’agguato pianificato.

Ancora una volta le indagini hanno evidenziato come, all’interno delle carceri, i detenuti utilizzino abusivamente telefoni cellulari per mantenere i contatti con i sodali e pianificare attività criminali.

 

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