Flottiglia per Gaza, nuova partenza da Catania: a bordo attivisti e parlamentari di 15 nazionalità

Flottiglia per Gaza, nuova partenza da Catania: a bordo attivisti e parlamentari di 15 nazionalità

Flottiglia per Gaza, nuova partenza da Catania: a bordo attivisti e parlamentari di 15 nazionalità

Le navi della Global Sumud Flotilla, Yulara e Catalina, sono tornate in rotta dopo una breve sosta tecnica per valutare alcuni problemi meccanici. Lo rende noto la stessa organizzazione su Telegram. Attualmente si trovano a 463 miglia nautiche da Gaza, con un arrivo stimato tra 4 e 7 giorni. Tra due giorni entreranno nella zona ad alto rischio, dove – sottolineano gli attivisti – «la vigilanza e la solidarietà globali saranno più necessarie che mai». Una vera e propria «flottiglia della libertà», composta da una decina di navi umanitarie e circa 60 persone di 15 nazionalità diverse – tra cui alcuni parlamentari francesi – è salpata dal porto di Catania con l’obiettivo dichiarato di «rompere l’illegale blocco israeliano di Gaza». La nuova flottiglia, promossa dalla Freedom Flotilla Coalition (FFC) e da Thousand Madleens to Gaza (TMTG), ha lasciato la Sicilia dopo un ritardo di alcuni giorni e dovrebbe ricongiungersi con le navi della Global Sumud Flotilla, partite da Catania lo scorso 13 settembre e attualmente al largo di Creta. «I nostri obiettivi sono chiari: rompere l’assedio illegale e mortale di Gaza da parte di Israele, aprire un corridoio marittimo per gli aiuti umanitari, unire i cittadini di tutto il mondo e richiedere un passaggio sicuro per tutte le flottiglie che contestano i crimini di guerra israeliani mentre i nostri governi restano in silenzio» hanno scritto gli organizzatori su Telegram. Durante la conferenza stampa prima della partenza, gli attivisti hanno spiegato che le navi trasportano forniture mediche, generi alimentari secchi e materiale scolastico. «Non ci fermeremo, qualunque cosa accada» ha dichiarato Tan Safi, portavoce della Freedom Flotilla Coalition, ricordando i precedenti tentativi di rompere l’assedio via mare.

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