Carmen Consoli presenta il nuovo disco in siciliano: «Amuri luci», un inno alla ribellione
CATANIA – Con la sua voce potente e le parole cariche di passione, Carmen Consoli torna sulla scena musicale con un nuovo album intitolato Amuri luci, primo capitolo di una trilogia in tre lingue diverse. Un lavoro interamente in siciliano, lingua che la cantautrice definisce «di terra», capace di tirare fuori il suo spirito critico e la parte più impegnata socialmente e politicamente.
«Quando cantavo in italiano brani celebri come Amore di plastica – racconta – i miei compaesani si stupivano dei toni sussurrati, ma in siciliano la voce cambia: diventa quasi un urlo di disappunto». E il disappunto, oggi, non manca. «Sono stata sveglia fino alle 4 a seguire le manifestazioni. Mio figlio di 12 anni ha saltato scuola per partecipare. Avevo urgenza di dirlo».
Il riferimento è alla situazione di Gaza e alla Flotilla. «Prenderei la mia imbarcazione posteggiata ad Acitrezza e raggiungerei Gaza – spiega tra gli applausi – perché ho il diritto di navigare in acque internazionali». Poi la riflessione: «Magari la Flotilla è finanziata da Hamas, ma allora se parto con la mia barca, sono finanziata da Hamas anche io?». Il messaggio, diretto anche alla premier Giorgia Meloni, è chiaro: «Sbrigatevi, perché la gente muore».
La cantantessa sottolinea anche il suo legame con Israele: «Ho molti amici israeliani che si ribellano a questa situazione. Io sono con il popolo di Israele che è contrario alla guerra e che viene beffato, accomunato ai sionisti suo malgrado».
Il disco: memoria, ribellione e resistenza
Amuri luci è un album di 11 tracce, un mosaico di memoria e coscienza civile che affronta temi universali: guerra, ribellione, migrazioni e memoria. Un siciliano «impastato di latino, greco e arabo» che diventa strumento di resistenza culturale.
Tra i brani spicca Parru cu tia, scritto dal poeta Ignazio Buttitta e cantato con Jovanotti, un inno contro l’indifferenza: «Le parole devono diventare azione – dice Consoli – bisogna manifestare ciò che non va». Con Mahmood firma La terra di Hamdis, ispirata ai versi del poeta siculo-arabo dell’XI secolo Ibn Hamdis, che denuncia i «giochi di potere sulla nostra pelle» e il culto del denaro, «il vero nemico politico di oggi».
Il disco è dedicato a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, figura simbolo della lotta alla mafia. «Un omaggio a chi ha consacrato la propria vita alla memoria e alla resistenza».
Con ironia, Carmen Consoli ammette: «Con un album tutto in dialetto sarà difficile passare in radio, ma tanto non ci andavo nemmeno in italiano. Il lavoro di ricerca, però, mi sta dando tante soddisfazioni».
