Attivisti Flotilla raccontano gli abusi: “Trattati come scimmie al circo, botte in testa e schiena”

Attivisti Flotilla raccontano gli abusi: “Trattati come scimmie al circo, botte in testa e schiena”

Flotilla, racconti dagli arresti in Israele: «Trattati come scimmie da circo». Denunce di abusi e privazioni

Con il passare delle ore emergono nuovi dettagli sulla detenzione degli attivisti della Global Sumud Flotilla nelle carceri israeliane. Racconti e testimonianze dirette arrivano da chi, dopo l’abbordaggio delle barche dirette a Gaza, si è ritrovato dietro le sbarre.

«Eravamo trattati come le vecchie scimmie dei peggiori circhi degli anni Venti» racconta il giornalista di Fanpage Saverio Tommasi, ricordando le «botte sulla schiena, tante e in testa». Tra i 26 connazionali rientrati in Italia poco prima della mezzanotte c’è chi parla di “aggressività e odio forti” mostrati nei loro confronti. «Ci hanno trattato come trattano i terroristi» denuncia Cesare Tofani, uno dei 18 italiani atterrati a Fiumicino, accolti da oltre 200 persone tra lacrime, abbracci e bandiere palestinesi. Altri otto sono arrivati nella notte a Milano Malpensa, tra loro il consigliere regionale dem Paolo Romano.

Testimonianze e denunce di maltrattamenti

Le testimonianze si intrecciano con quelle raccolte dal team legale internazionale che segue gli oltre 300 attivisti ancora detenuti in Israele. Gli avvocati di Adalah denunciano “gravi abusi subiti”: celle sovraffollate, persone costrette a dormire sul pavimento, scorte di acqua e cibo inadeguate. In diversi casi sarebbero stati negati i farmaci salvavita, mentre altri riferiscono di interrogatori condotti da personale non identificato.

Secondo i legali, alcuni detenuti hanno subito percosse, bendature e ammanettamenti prolungati. Una donna avrebbe dovuto togliersi l’hijab ricevendo in cambio solo una camicia, mentre altri lamentano restrizioni nella preghiera e nella possibilità di comunicare con l’esterno.

Il caso Greta Thunberg e la replica di Israele

Condizioni durissime emergono anche dai racconti dell’attivista per l’ambiente Greta Thunberg, che avrebbe trascorso ore in una cella infestata da cimici. Ma le accuse sono state respinte dal Ministero degli Esteri israeliano, che ha parlato di «sfacciate menzogne». «Tutti i diritti legali dei detenuti sono pienamente tutelati» si legge nella nota, che aggiunge: «Greta non ha mai presentato reclami alle autorità israeliane, perché le accuse non si sono mai verificate».

Altri attivisti ancora in carcere

Tra le circa 300 persone ancora in cella ci sono 15 italiani che non hanno firmato la liberatoria per la partenza immediata e attendono ora un provvedimento di espulsione coatta previsto nei prossimi giorni. Intanto sono rientrati in Spagna 21 attivisti, tra cui l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau e il consigliere di Erc Jordi Coronas.

La “Flotilla bis” verso Gaza

Rimane invece il mistero sulla destinazione degli aiuti umanitari trasportati dalle oltre quaranta imbarcazioni bloccate da Israele. Ma la “Flotilla bis” è già in mare: nove navi della Freedom Flotilla Coalition e della Thousand Madleens, partite da Catania e da Otranto, stanno proseguendo verso la Striscia di Gaza. Due imbarcazioni – la Al Awda e la Ghassan Kanafani – hanno dovuto interrompere il viaggio per guasti tecnici e controlli della polizia portuale greca. «Siamo costretti a fermarci, lo facciamo con rammarico» ha scritto sui social l’attivista Francesca Amoruso, a bordo della Al Awda.

Foto: Attivisti della Global Sumud Flotilla / Archivio

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