Un agguato ultrà si è trasformato in una tragedia senza precedenti per il basket italiano. Tre tifosi della Curva Terminillo della Sebastiani Basket Rieti sono stati fermati con l’accusa di omicidio volontario per l’assalto al pullman del Pistoia Basket 2000. Un quarto è indagato a piede libero.
A perdere la vita è stato Raffaele Marianella, autista 53enne di origini romane residente a Firenze, colpito al volto e al collo da un mattone lanciato contro il parabrezza del bus. L’attacco è avvenuto lungo la superstrada Rieti-Terni, all’altezza dello svincolo di Contigliano.
I fermati — Manuel Fortuna (31 anni), Kevin Pellecchia (20) e Alessandro Barberini (53) — sarebbero parte di un gruppo ultrà legato all’area dell’estrema destra. Le indagini della Digos e della Squadra Mobile hanno ricostruito una vera spedizione punitiva, organizzata attraverso chat sequestrate dagli smartphone.
Appena terminata la partita al PalaSojourner, il gruppo avrebbe inseguito il bus avversario per colpirlo lungo il tragitto. Il lancio del mattone ha sfondato il vetro frontale, uccidendo sul colpo il conducente.
La società reatina si è dissociata ufficialmente parlando di «atto criminale che condanniamo senza riserve». Il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, ha espresso sui social il cordoglio della città.
Sul fronte della giustizia sportiva, la Procura federale della FIP ha aperto un fascicolo e richiesto di far disputare a porte chiuse le partite casalinghe della Sebastiani Rieti. In serata, il provvedimento è stato ufficialmente disposto.
Durissime le reazioni politiche. La premier Giorgia Meloni ha parlato di «atto di violenza folle e inaccettabile», mentre il ministro dello Sport Andrea Abodi ha definito gli aggressori «delinquenti trasformati in assassini». Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha promesso «piena giustizia», ricordando che nessuna condanna potrà restituire la vita alla vittima.
Una tragedia che scuote lo sport italiano e riapre il dibattito sulla violenza estrema legata agli ambienti ultrà.
