Il pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Gianluca De Leo, ha chiesto la condanna a 18 anni di carcere per Alfonso Tumbarello, il medico di Campobello di Mazara accusato di aver curato il boss Matteo Messina Denaro durante gli anni della sua latitanza. L’imputato è chiamato a rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico. La sentenza, inizialmente attesa oggi, è stata rinviata al prossimo 10 dicembre dal Tribunale di Marsala, che ha disposto ulteriori perizie sulla documentazione sanitaria depositata in aula.
Secondo l’accusa, per mesi Tumbarello avrebbe prescritto esami e terapie al capomafia, che all’epoca si presentava con l’identità del geometra Andrea Bonafede, suo paziente. I magistrati ritengono che il medico fosse pienamente consapevole che dietro quel nome si celasse Messina Denaro, e che, con le sue prescrizioni, avrebbe contribuito a garantire al latitante cure mediche costanti e protette.
L’imputato ha invece sostenuto in aula di essere stato ingannato. Avrebbe creduto, secondo la sua versione, che Bonafede fosse realmente malato di cancro e che evitasse di farsi visitare per nascondere la malattia. Una ricostruzione che la Procura ritiene incompatibile con il quadro probatorio raccolto.
L’udienza del 10 dicembre sarà decisiva per stabilire l’eventuale responsabilità del medico, figura ritenuta centrale dagli inquirenti nel sistema di protezione che ha consentito a Messina Denaro di prolungare la sua latitanza fino all’arresto del gennaio 2023.
