“Allarme ingiustificato”: i produttori siciliani difendono l’eccellenza dei pomodorini

“Allarme ingiustificato”: i produttori siciliani difendono l'eccellenza dei pomodorini

<h2><strong>Pomodorini siciliani e allarme Salmonella: il Distretto Sud-Est Sicilia rassicura, “nessuna anomalia nelle coltivazioni”</strong></h2>

<p><em>Il Distretto ortofrutticolo Sud-Est Sicilia interviene dopo le segnalazioni europee di Salmonella strathcona: “Nessuna irregolarità o contaminazione nei nostri pomodori”. Controlli interni e analisi confermano l’assoluta sicurezza della filiera produttiva.</em></p>

<p>Dopo l’allarme per un possibile collegamento tra alcuni casi di <strong>Salmonella strathcona</strong> registrati in Europa e la produzione di pomodori provenienti dalla Sicilia, il <strong>Distretto ortofrutticolo Sud-Est Sicilia</strong> — cuore della principale zona di coltivazione dei pomodorini — ha chiarito che «nessuno dei produttori associati ha segnalato anomalie o irregolarità nelle proprie coltivazioni».</p>

<p>«Tutte le aziende aderenti al Distretto operano nel pieno rispetto delle normative europee e nazionali in materia di sicurezza alimentare — sottolinea il Doses — applicando rigidi protocolli di tracciabilità e controllo lungo tutta la filiera».</p>

<p>Il Doses, che raggruppa oltre 170 produttori e alcune tra le principali realtà collegate alla grande distribuzione organizzata, conferma che, da <strong>verifiche interne e analisi condotte dai propri associati</strong>, i controlli periodici sulle acque irrigue e sui prodotti ortofrutticoli hanno sempre dato esito negativo.</p>

<p>«I nostri agricoltori rispettano con scrupolo tutte le buone pratiche agricole — dichiara <strong>Antonino Di Paola</strong>, presidente del Doses — L’allarmismo ingiustificato rischia di danneggiare la reputazione di un comparto che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy».</p>

<p>«Le imprese del Distretto — aggiunge <strong>Gianni Polizzi</strong>, direttore del Doses — adottano metodi sostenibili e certificazioni riconosciute a livello internazionale. Chiediamo che venga preservata la credibilità di un settore che applica gli standard più elevati, mentre sul mercato europeo continuano ad arrivare prodotti da Paesi con regole fitosanitarie ben diverse dalle nostre».</p>

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