Indagine su appalti, Romano attacca: ‘La giustizia in Italia non funziona’. Colletti esclude patto corruttivo

Indagine su appalti, Romano attacca: 'La giustizia in Italia non funziona'. Colletti esclude patto corruttivo

Inchiesta sugli appalti, Romano attacca: «Giustizia non funziona». Colletti e Iacono respingono le accuse davanti al Gip

«C’è qualcosa che non funziona nella giustizia. Quello che è avvenuto in questi giorni è una sentenza di condanna irrevocabile». Con queste parole Saverio Romano, leader di Noi Moderati, si è presentato al Tribunale di Palermo per essere interrogato dal Gip nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati che coinvolge anche l’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro. Per entrambi, insieme a sedici persone, la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari.

Romano ha denunciato la «canea» mediatica che, a suo dire, si sarebbe abbattuta sulla sua persona: «Il magistrato fa il suo lavoro. Questa è una legge che prevede il disvelamento di alcuni fatti. Io ancora stento a capire l’episodio che mi viene contestato. Ciò che è avvenuto sui social e sui giornali sembra avere poco a che vedere con l’accertamento della verità».

L’esponente politico ha poi aggiunto che, a suo avviso, «è iniziata la campagna referendaria per la riforma della giustizia» e ha criticato il sistema di divulgazione delle informazioni investigative: «È normale che il mondo intero sappia di contestazioni che riguardano una persona? Non dovevano essere blindate le attività investigative? Mi pare che qualcosa non funzioni».

Colletti: «Nessun patto corruttivo»

All’uscita dal tribunale, l’avvocato Giuseppe Di Stefano – legale del manager sanitario Roberto Colletti, per il quale la Procura ha chiesto i domiciliari – ha dichiarato: «Non c’è stato alcun patto corruttivo. Il dottor Colletti ha risposto a tutte le domande e ha chiarito la sua posizione».

L’interrogatorio è durato circa un’ora e mezza. «Siamo totalmente estranei al capo di imputazione – ha aggiunto l’avvocato – Colletti ha sempre operato con la massima correttezza all’interno dell’azienda ospedaliera».

In merito ai rapporti con Cuffaro, il legale ha spiegato: «Conosce Cuffaro da oltre 50 anni, erano nello stesso collegio. Una conoscenza, non un’amicizia». Sulle intercettazioni relative alle segnalazioni per il concorso OSS di Villa Sofia, l’avvocato precisa: «Basta leggere la graduatoria: su sette nomi segnalati, solo tre hanno superato il concorso».

Iacono: «Molto amareggiato»

«Sono molto amareggiato…». Così Antonio Iacono, anche lui manager sanitario e anch’egli destinatario della richiesta di arresti domiciliari, ha commentato dopo oltre un’ora di interrogatorio davanti al Gip. Il nodo centrale della contestazione riguarda il concorso di stabilizzazione per 54 OSS dell’ospedale Villa Sofia, svolto nel giugno 2024.

Secondo l’accusa, sarebbe esistito un «patto corruttivo» tra lui, Colletti, Cuffaro e Vito Raso per favorire alcuni candidati segnalati, con presunte anticipazioni delle tracce del concorso. In cambio, Colletti avrebbe ottenuto la conferma della carica di direttore generale, mentre Iacono avrebbe ricevuto la promessa di un incarico dirigenziale in Anestesia e Rianimazione.

Iacono respinge ogni ipotesi illecita: «Ho ricevuto diverse segnalazioni, non

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