La “scossa liberale” di Occhiuto fa tremare i vertici di Forza Italia. Tajani: “Io mi ricandido”, ma il gelo è palpabile

La "scossa liberale" di Occhiuto fa tremare i vertici di Forza Italia. Tajani: "Io mi ricandido", ma il gelo è palpabile

Da Palazzo Grazioli parte la “scossa liberale” del governatore calabrese Roberto Occhiuto, che riunisce a Roma imprenditori e un gruppo di parlamentari con l’obiettivo dichiarato di provocare un «salutare elettroshock» in Forza Italia.

La location non è affatto casuale: «Era suggestivo che ci vedessimo qui, dove tutto è iniziato con la politica liberale di Silvio Berlusconi», dice il governatore calabrese davanti alla gremita platea, nella quale siedono diversi parlamentari azzurri, tra i quali Licia Ronzulli, Alessandro Cattaneo, Rita Dalla Chiesa, Matilde Siracusano e il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto.

C’è anche l’ex deputato di Fratelli d’Italia Manlio Messina, tra i relatori siedono giornalisti come Nicola Porro e Roberto Arditti, e in videomessaggio si contano gli interventi del vicepresidente di Uber Tony West, del ceo di Ryanair Eddie Wilson e del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Il titolo scelto per l’iniziativa è emblematico: “In libertà”. «È nata come un sasso nello stagno, per produrre qualche pensiero liberale, e poi è montata», spiega il governatore, secondo il quale «nessuno aveva intenzione di svolgere un evento per costruire una corrente. Quelle sono cose polverose che appartengono al passato e a un partito masochista come il Pd, semmai vorremmo dare una scossa liberale al centrodestra, che ha bisogno di rafforzare la sua ala liberale».

Forse. Ma il segretario Antonio Tajani dall’evento si tiene lontano e a chi gli chiede risponde secco con quella che suona quasi come una scusa non richiesta: «Non ho frizioni con nessuno», Forza Italia è un partito «aperto». «Il dibattito politico, anche all’interno, è sempre un fatto positivo – chiosa il vicepremier parlando a margine della Conferenza nazionale dell’export – e non sono certamente io uno che pensa di chiudere le porte».

Quanto al congresso del partito, che si terrà nel 2027, il leader azzurro afferma: «L’ho detto, mi ricandiderò, se ci sono altri dirigenti che vogliono candidarsi bene». E sui rapporti con la famiglia Berlusconi taglia corto: «Li sento tutti i giorni».

La replica arriva direttamente dall’ex residenza romana del Cavaliere, con Occhiuto che evidenzia che «il congresso c’è tra un anno e mezzo e in un anno e mezzo succedono tante cose», la mia candidatura «non è all’ordine del giorno, a me piacerebbe vincere sui contenuti». «Io mi sento e mi vedo spesso con Marina Berlusconi», rivendica il governatore, che però assicura che «lei con questa iniziativa non c’entra nulla».

I temi su cui Occhiuto lancia la scossa sono tanti, a cominciare dai diritti civili e la riforma per la separazione delle carriere in magistratura, «che Forza Italia deve intestarsi». «Nei confronti di Tajani – dice – ho un grande sentimento di riconoscenza», ma «c’è necessità che ciascuno di noi si assuma qualche responsabilità ulteriore, nel senso che dia un contributo di innovazione di idee».

Insomma da Palazzo Grazioli non parte «un’iniziativa contro qualcuno – conclude Occhiuto –, ma un evento che serve a rendere più forte e ambizioso il centrodestra». Il clima dentro FI però si fa freddo, e il vento dalla Calabria, che sia corrente o meno, gela i rapporti nel partito.

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