Torna a farsi sentire l’Etna. L’INGV ha osservato, attraverso le proprie telecamere di sorveglianza, continui bagliori in corrispondenza del cratere di Nord-Est, dove è in corso un’attività intracraterica ormai da diverse settimane.
Secondo quanto comunicato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l’attività ha subito una netta intensificazione a partire dal 24 dicembre. La parziale copertura nuvolosa non ha consentito di osservare nel dettaglio il fenomeno; tuttavia, una telecamera non appartenente alla rete INGV ha mostrato il lancio di materiale incandescente oltre l’orlo craterico.
L’attività in corso sta producendo un denso pennacchio di vapore, senza evidenze di emissione di cenere vulcanica. Il pennacchio viene spinto dai venti dominanti verso Est-Nord-Est, senza al momento generare criticità.
Dal punto di vista sismico, l’ampiezza media del tremore vulcanico si colloca nella fascia di valori alti, livello raggiunto intorno alle ore 12 del 24 dicembre e mantenuto con un andamento sostanzialmente stazionario. Il centroide delle sorgenti del tremore risulta localizzato nell’area del cratere di Nord-Est, a una quota compresa tra 2.800 e 2.900 metri sul livello del mare.
Gli eventi infrasonici presentano una frequenza di accadimento molto elevata, con ampiezze in aumento. La loro localizzazione è attribuita principalmente al cratere di Nord-Est e, in misura subordinata, alla Bocca Nuova.
Non si registrano, al momento, ripercussioni sull’operatività dell’Aeroporto di Catania-Fontanarossa.
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