Coronavirus, medici militari all’Oasi di Troina. Il sindaco ai cittadini: “Uniti ce la faremo”

A seguito della grave emergenza sanitaria in corso presso l’Irccs Oasi Maria Santissima di Troina, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è confrontato telefonicamente con il presidente della regione Nello Musumeci col quale ha concordato l’immediato invio di un team sanitario militare a supporto. Oggi il team della Difesa, coordinato dal Centro Operativo Interforze, effettuerà una ricognizione sul posto con le autorità sanitarie locali per definire tempestivamente gli interventi necessari.

“D’intesa con il Governatore della regione Sicilia Nello Musumeci, dopo aver sentito anche il sindaco Venezia, ho disposto la massima urgenza nell’invio degli aiuti, visto la delicata situazione di fragilità dei pazienti della struttura, che ospita 160 persone in condizione di disabilità. Le modalità dell’intervento saranno definite con l’autorità sanitaria locale”, così il Ministro Guerini in una nota.

“La situazione e’ complicata e con l’arrivo dei risultati degli ultimi tamponi il quadro potrebbe peggiorare ma la gente di Troina e’ abituata ai sacrifici: in passato i troinesi si sono sempre rialzati dalle difficolta’ e sono convinto che anche questa volta, rimanendo uniti, ce la faremo”. A parlare al telefono con la Dire e’ il sindaco di Troina, cittadina in provincia di Enna che vive una situazione difficile sotto il profilo dell’emergenza coronavirus: all’interno dell’Istituto ‘Oasi Maria Santissima’, che assiste disabili mentali, si sono registrati settanta casi di positivita’ al Covid-19: 45 contagi riguardano i pazienti dell’Oasi, 25 il personale sanitario. nella struttura ci sono al momento 150 disabili.

“Si tratta di persone che hanno un continuo bisogno di assistenza – spiega il sindaco di Troina -. Il personale all’interno sta facendo il possibile ma molti si stanno ammalando e presentano gia’ i primi sintomi. Abbiamo chiesto con forza l’intervento delle istituzioni e siamo riusciti a fare sentire il nostro grido di dolore”, ricorda Venezia che a sua volta si trova in isolamento domiciliare precauzionale avendo avuto dei contatti con il personale dell’Oasi. “Le istituzioni nazionali e regionali ci stanno supportando, abbiamo bisogno – conclude – soprattutto di mascherine”.

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