Siria, donne e guerra. Voglia di una vita normale

“Donna, arte e letteratura, nel periodo della guerra” questo il titolo della Conferenza, promossa dalla FIDAPA di Paternò, che si è tenuta il 22 novembre 2017, presso la Biblioteca Comunale, alla presenza della nuova eletta Presidente Lella Di Mattea e della Presidente uscente prof.ssa Maria Virgillito. Ospiti di eccezione la prof.ssa Otared Haidar, docente di Letteratura araba presso l’Oriental Institute di Oxford e il regista Almohannad Heidar docente di Arte drammatica presso Higher Institute (Siria). Si è voluto analizzare il mondo della donna attraverso opere letterarie e cinematografiche, per comprendere a fondo le difficoltà che oggi si trovano ad affrontare le donne in Siria, Libia, Iraq, Paesi travagliati da guerre dove la donna risulta essere particolarmente vulnerabile.

Le immagini, offerte ad un pubblico numeroso e particolarmente attento, sono state di assoluta rottura con le informazioni che spesso ci passano i media. Sono donne che amano, soffrono, che desiderano viaggiare, conoscere, aprirsi al mondo e alla cultura, esempio la stessa prof.ssa Haidar, che ha voluto rivendicare, attraverso la propria presenza, quanto vogliono dimostrare o raccontarci i giovani intellettuali attraverso le loro opere. L’immagine forte impressa alla serata, è stata data dal desiderio di affermare che la Siria, pur sofferente, pur travagliata da una guerra lacerante che ormai si protrae da ben sei anni, reclama una vita normale; questi intellettuali volutamente evitano di parlare di guerra, perché l’obiettivo che vorrebbero perseguire è la pace.

Pace e libertà, la medesima libertà che era condivisa dai siriani prima dell’evento bellico, perché in Siria da secoli hanno convissuto in assoluta comunione il mosaico di religioni costituito dall’11% da Crisitani (ortodossi, cattolici, caldei, maroniti, nestoriani etc), il 10% da Alawiti, il 3% da Drusi, l’1% da Sciiti, la maggioranza Sunnita. La serata è proseguita con la visione di un cortometraggio del regista Almohannad Heider, là dove i dialoghi sono stati sostituiti quasi totalmente dagli sguardi, da immagini simboliche, perché la Siria non ha più parole ma il grido muto che sottolinea la voglia di normalità e la necessità che accomuna tutti gli uomini di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali, di vivere una vita normale fatta di cose anche banali, dove la normalità non sia la morte. La possibilità di comprendere un messaggio tanto forte non sarebbe stata possibile senza l’attenta traduzione resa dalla prof.ssa Linda Cotugno, interprete e “anima” del messaggio di pace.

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