Ci volevano le donne dell’associazione Le Nuove Muse per dar vita ad una operazione che andrebbe intrapresa su vasta scala: la rivalutazione, la riscoperta, lo sdoganamento di Domenico “Micio” Tempio il poeta catanese nato nel 1750.
Ghettizzato e mai studiato fino in fondo, Tempio, negli anni, è stato tirato in ballo solo per la sua produzione di versi erotici e non per quelli sui quali ragionava della libertà degli uomini. Un poeta licenzioso e nulla più, da citare nelle occasioni goliardiche. L’operazione di recupero sta in una interessante pièce teatrale nata da un lavoro a quattro mani di Marco Tringali e Rosario Minardi su un’idea di Piero Lipera. Un atto unico di gran pregio intitolato “Micio Tempio, vietato ai minori”, andato in scena nei giorni scorsi al Teatro Metropolitan di Catania dopo avere esordito a Zafferana.
Lo spettacolo, come si diceva, è prodotto dall’associazione catanese Le Nuove Muse guidata da Giusi Manna e Simona Di Bella.
Protagonista dell’opera teatrale è il “sempre bravo” Angelo Tosto, nei panni di Micio Tempio, attorniato da uno stuolo di attori in forma smagliante tra i quali spiccano un versatile Giuseppe Castiglia (sdoppiato tra la voce narrante e il Principe Biscari), Rossana Bonafede, una irresistibile baronessa, e Antonio Caruso nelle vesti di Giovanni Gambino, sobillatore in toga. Sullo sfondo c’è la Catania di fine ‘700 con i suoi revotapopolo che si muovono in gran segreto per non essere scoperti da chi in città detiene le leve del potere.
Dentro la storia grande si dipana il racconto della vita del “Dante catanese”, il suo amore per Caterina e la magia dei suoi versi. In uno dei momenti più coinvolgenti dello spettacolo, le poesie di Micio Tempio – da “La minata di li dei” alla “Futtuta all’inglisa” – diventano le protagoniste assolute. Le musiche, suonate dal vivo, sono del gruppo I Beddi. Il pubblico dimostra di apprezzare. Nei prossimi giorni lo spettacolo approda a Enna, Messina e Palermo.