E’ una discesa agli inferi il racconto tremebondo delle vittime degli abusi sessuali dell’Arcangelo Pietro Capuana, 73 anni, fatto davanti alle telecamere delle Iene, la trasmissione di Italia 1.
Il “santone”, a capo di una comunità di Aci Bonaccorsi, è stato arrestato il 2 agosto scorso nell’ambito dell’operazione denominata “12 apostoli” con l’accusa di violenze sessuale su minori.
Dino Giarrusso raccoglie le rivelazioni delle minorenni costrette a compiacere il capo della setta e a fare tutto ciò che egli desiderava. Gela il sangue nel sentire le loro parole:
“Durante un rapporto aveva bisogno di qualcuno che allargasse le parti femminili, perché era troppo grasso e non era in grado. Amava venire nelle nostre bocche”.
Il programma raccoglie anche l’amara confessione della madre di una delle giovani vittime: “”Non l’ho saputa proteggere. Ci hanno fatto credere che era l’ultimo amico di Gesù”.
I dubbi e le paure delle vittime, si apprende dal racconto fatto alle Iene – venivano subito messe a tacere da una delle collaboratrici del “santone” secondo la quale le ragazze non avevano nulla da temere perché “Piero” è come un nonno.
Ignare di ciò che avrebbero dovuto affrontare, le ragazze andavano a turno a casa di Capuana. E’ lì che avvenivano gli abusi. Le vittime dovevano sottostare ai voleri dell’Arcangelo e non potevano ribellarsi. Chi lo ha fatto ha dovuto subire il ricatto di Capuana.
“Sarebbe morta mia mamma mi dicevano – rivela una ragazza violentata solo all’età di 13 anni – mi fece credere che se lui poteva completare il suo rapporto con me, sarebbe andato tutto bene. Tutti eseguivamo cosa ci chiedeva, lo masturbavamo, avevamo rapporti orali completi”.
“Lui di fare sesso non si stancava mai, – spiega davanti alle telecamera un’altra vittima – ma non aveva un’erezione. Quel poco che poteva entrare lo faceva”.
Nelle settimane scorse la Procura di Catania ha chiuso l’inchiesta che coinvolge oltre a Pietro Capuana anche le sue collaboratrici: Rosaria Giuffrida, Fabiola Raciti e Katia Concetta Scarpignato. Altre tre persone sono indagate: Mimmo Rotella, ex assessore regionale, Salvatore Torrisi, ex presidente della Comunità, e Orazio Caputo, il prete che avrebbe violato il segreto confessionale rivelando ai primi due l’avvio di una inchiesta sulla comunità. (Corriere Etneo)
Il link per rivedere lo speciale de “Le Iene” Lo credevano santo ma abusava delle bambine.