“Fuggi fuggi” anti-Miccichè dentro Forza Italia catanese: anche Condorelli si candida nell’Udc

Miccichè ha sbarrato loro la strada e così dentro Forza Italia catanese sembra essere scattato il “si salvi chi può”, che in tempo di elezioni si può tradurre più semplicemente in “si candidi chi può” (in un altro partito, però). Stamattina il Corriere Etneo ha dato notizia della candidatura nella lista dello Scudocrociato di Benedetta “Titti” Gennaro, moglie di Antonello Sinatra, forzista paternese. Una figlia della coppia, Emilia, siede sugli scranni di Forza Italia in consiglio comunale a Paternò. A poche ore dalla chiusura delle liste, si apprende che sarà candidato dell’Udc come capolista al Senato nella Sicilia orientale anche il dott. Filippo Condorelli, rappresentante di Forza Italia (con un passato nel Movimento sociale, poi An, e anche nell’Mpa di Lombardo).
Il figlio di Condorelli, Guido, è capogruppo di Forza Italia nel consiglio comunale di Paternò.
Il “fuggi fuggi” di molti esponenti del partito berlusconiano pare sia legato alla decisione irremovibile del “grande capo” Miccichè di non dare spazio nelle liste agli uomini vicini all’eurodeputato Salvo Pogliese e al deputato-assessore regionale Marco Falcone.
Secondo questa tesi, Miccichè lavora ad un partito a sua immagine e somiglianza rappresentato sia in Sicilia occidentale che in quella orientale da uomini di sua fiducia.
Uno di questi, per parlare del versante catanese, è Dario Daidone, piazzatissimo alle recenti elezioni regionali (è stato il primo dei non eletti). Nei giorni in cui una pattuglia di “infuriati” dentro Forza Italia protestava vivacemente per chiedere più rappresentanti territoriali, il nome di Daidone come candidato alle prossime nazionali non è mai stato messo in discussione. Davanti alle porte sbarrate da Miccichè, molti azzurri preferiscono cambiare cavallo e tentare l’elezione in Parlamento sotto le insegne di un altro partito. All’Udc, rediviva dopo le regionali di novembre, e agli altri componenti della cosiddetta “quarta gamba”, non pare vero poter accogliere nelle proprie liste candidati con una buona dote elettorale.
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