Migranti, arrestati due scafisti libici per la strage nel Canale di Sicilia

Su delega  della Procura Distrettuale di Catania, la Polizia di Stato ha notificato a due cittadini libici un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data dalla Corte di Assise di Catania in quanto ritenuti responsabili del delitto di omicidio plurimo in concorso. La misura cautelare consegue alla sentenza di condanna in primo grado alla pena di anni 30 di reclusione emessa nei confronti dei due i quali, in concorso tra loro e con altri correi (anch’essi condannati in primo grado per il medesimo reato, già sottoposti a misura cautelare per il delitto di omicidio), durante la navigazione, impedendo con violenza ai migranti che si trovavano all’interno delle stive di carico del ponte inferiore dell’imbarcazione di salire al ponte superiore, cagionavano la morte per asfissia da “confinamento” (mancanza di ossigeno) di 49 persone. 
Nel 2015, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, i due insieme ad altri sei cittadini stranieri, erano stati posti in stato di fermo di indiziato di delitto dalla Squadra Mobile, in collaborazione con militari della Guardia di Finanza, in quanto gravemente indiziati del reato di omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: erano stati individuati quali componenti dell’equipaggio di un’imbarcazione partita dalle coste libiche, soccorsa il 15 agosto 2015 dalla nave “Cigala Fulgosi” della Marina Militare Italiana. A bordo del natante erano stati soccorsi 313 migranti e recuperate 49 salme. I migranti e le salme erano stati successivamente trasferiti a bordo della nave della “SiemPilot” battente bandiera norvegese, giunta al Porto di Catania con ulteriori 103 migranti soccorsi in acque internazionali da un’altra nave.
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