Palermo, due militanti dei centri sociali in questura: sarebbero coinvolti nell’aggressione a Ursino (FN)

Sono ancora nei locali della Questura, ma a piede libero e non in stato di fermo, i militanti dei centri sociali, che secondo la Digos sarebbero coinvolti nell’aggressione avvenuta ieri sera in via Dante ai danni del leader di Forza Nuova Massimo Ursino. La Polizia di Stato ha chiesto alla Procura, che indaga per tentato omicidio, di firmare il fermo di due militanti. Ma fino a questo momento i due non sono stati né interrogati né sono in stato di fermo, come conferma all’Adnkronos il loro legale. La loro posizione è al vaglio degli inquirenti. Ma entro la serata si annunciano ulteriori sviluppi. 
IL COMMENTO DELLA VITTIMA SUL PROFILO SOCIAL: “IL MIO E’ IL SACRIFICIO DI TUTTI”
La vittima dell’aggressione, Massimo Ursino, oggi ha rotto il silenzio scrivendo una nota sul proprio profilo social.
“Sono un soldato politico, cardine della mia lotta quotidiana è l’impersonalià. Ieri sera colpendo me hanno colpito l’idea alla quale appartengo e di cui Forza Nuova si fa strumento. Hanno quindi colpito un’Italia che lavora quotidianamente, città per città, paese per paese, nelle sedi, nelle piazze, a fianco di un popolo che impara a conoscerci per quello che siamo, per ciò che doniamo”.
Dopo avere lasciato l’ospedale, con la frattura del setto nasale e un trauma cranico leggero, Ursino ha scritto un lungo post su Facebook. “Il mio sacrificio è il sacrificio di tutti, quelle grida soffocate, quel corpo che si dimena rappresentano la ferrea volontà di una parte di popolo a non farsi legare, mani e piedi, dai legacci ideologici di una compagine che grazie a giochi elettorali o forzose mosse politiche, occupa posti di potere, aizzando la canea dell’antifascismo militante contro di noi – dice Ursino – Né elemosiniamo la presa di posizione di alcuno o la condanna ipocrita di quelle autorità politiche che almeno moralmente hanno le mani sporche di sangue. Bastiamo a noi stessi”. “Quando vent’anni fa scegliemmo, quali capisaldi della nostra battaglia, la lotta all’aborto, all’immigrazione, alla massoneria, ci rendevamo conto di aver dichiarato una guerra – prosegue Ursino -Oggi che queste priorità sono state comprese dal popolo italiano che rimanda al mittente il ricatto morale del politicamente corretto, Il potere ci chiude ogni possibilità di dialogo costringendoci entro il recinto del cattiverio, cercando di dipingerci nella maniera più turpe e dispregiativa possibile, riuscendo a fomentare contro di noi gruppi organizzati dell’ultrasinistra, veri apologeti dell’agguato alle spalle e del rapporto 1 a 10”. “E mentre dai templi dell’odio si gridano anatemi da caccia alle streghe, dai minareti gli altoparlanti dell’informazione parlano della mia fedina penale forse per legittimare la ferocia del gesto infame”, dice ancora Massimo Ursino. 
“Precedenti di oltre dieci anni fa in cui la protezione di un militante contro l’attacco di un gruppo di extracomunitari mi valse una pesante pena detentiva dopo un processo che non riuscì a pervenire alla verità oggettiva dei fatti – aggiunge il leader di Forza Nuova – Non è con la mistificazione, non è con la demonizzazione di un movimento politico in forte ascesa come Forza Nuova, non è con le minacce farsesche di scioglimento, non è infine con l’uso sproporzionato e spettacolaristico della forza contro i nostri uomini e le nostre donne che l’Idra a molte teste del Potere riuscirà a soffocare l’avanzata di quel patriottismo per cui siamo disposti a spendere fino all’ultima goccia di sudore, fino all’ultima goccia di sangue”.
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