Voto: tutte le “vittime” dello tsunami grillino

Chi in posizione utile, che fa tanto kamasutra elettorale, sperando nello ‘scivolo’; chi addirittura disposto ad abbandonare il partito pur di candidarsi da qualche parte. L’onda anomala grillina ha spazzato via ogni ragionamento e cancellato per quasi tutti le speranze residue di conquistare un seggio al Parlamento. Non ha funzionato l’operazione “nipotismo” di candidare in più collegi con lo Scudocrociato Giuseppe Lombardo, figlio del fratello di Raffaele, già presidente della Regione Siciliana.
Non ritornerà a sedersi su uno scranno senatoriale l’avv. Salvo Torrisi, autorevole presidente della Commissione Affari costituzionali che proprio in  forza del suo ruolo politico tutti davano per vincente e piazzato.
Alla verifica finale delle candidature, Torrisi è stato il primo a capire che il posto in fondo al ‘corridoio’ della lista faceva presagire scenari funesti.
La “fuga per la vittoria” di due esponenti forzisti, Filippo Condorelli e Titti Gennaro (moglie di Antonello Sinatra e madre di Emilia, consigliera comunale azzurra) si è rivelata nei fatti un flop. La loro scelta di ‘saltare il fosso’ ha indispettito, com’è noto, i dirigenti locali e provinciali di Forza Italia tanto da provocare l’espulsione “di fatto” da Forza Italia dei due figli d’arte: la già citata Emilia e Guido Condorelli, altro consigliere comunale forzista.
Non ce l’ha fatta l’avv. Maria Grazia Pannitteri, candidata del Pd nella fase “last minute” delle candidature, dopo che Concetta Raia aveva rifiutato il posto in lista.
Niente da fare anche per Valentina Borzì, più volte a fianco del leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso durante la campagna elettorale.
Sogni infranti anche per l’ex sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, al quale giusto pochi mesi fa era riuscita l’operazione di far eleggere all’Assemblea regionale siciliana, nella lista dell’Udc, l’amico e suo fedelissimo Giovanni Bulla. Il tentativo di Mancuso di bissare a Roma il successo appena 3 mesi dopo è fallito per via della irrilevante percentuale nazionale incassata da “Noi con l’Italia-Udc”: ben al di sotto del 3%. Anch’egli travolto da uno tsunami di proporzioni “stellari”. 
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