Al porto di Catania la nave Aquarius con 105 migranti: l’odissea partita dalla Libia

E’ arrivata nel porto di Catania, poco dopo le 8, nave ‘Aquarius’ di Sos Mediterranee. A bordo i 105 migranti soccorsi domenica da nave ‘Astral’ della Ong spagnola Proactiva Open Arms. Dopo due lunghi giorni di rinvii burocratici, erano state concesse dalle autorità marittime competenti l’autorizzazione al trasbordo e successivamente l’assegnazione di un porto sicuro. Sulla disputa era intervenuta anche la Commissione europea che aveva chiesto a Italia e Gran Bretagna di sbloccare la situazione. Tra le persone accolte a bordo di nave Aquarius ci sono otto donne e 34 minori, inclusi sei bambini di età inferiore ai 13 anni. Provengono da nove differenti Paesi, tra i quali Bangladesh, Egitto, Eritrea e Sudan. La maggior parte ha affermato di essere in fuga dalla Libia a causa dell’insicurezza del Paese. “L’attuale confusione nel coordinamento dei salvataggi in mare a cui stiamo assistendo – dice Valeria Calandra, presidente di Sos Mediterranee – è la conseguenza della politica europea di esternalizzazione della gestione del fenomeno migratorio nel Mediterraneo, approvata dalla Dichiarazione di Malta del febbraio 2017”. Il risultato, per la responsabile dell’organizzazione, “è di fronte ai nostri occhi: il calo degli arrivi di persone vive in Italia, ma l’aumento delle morti, la diminuzione del numero di salvataggi operati da imbarcazioni di soccorso umanitario, ma l’aumento dell’insicurezza in mare a causa di trasferimenti di responsabilità alle autorità libiche poco chiari”.
Drammatico il racconto di una nigeriana di 21 anni a un volontario: “Lo scorso luglio ho tentato di partire ma i libici ci hanno fermato in mare e riportato a terra. Sono stata sbattuta un’altra volta in prigione, per cinque mesi e una settimana. In prigione non c’era bagno, il cibo era poco, niente vestiti. Siamo stati maltrattati e picchiati. Un giorno qualcuno è arrivato e ha pagato per farmi uscire. Ma poi ho dovuto restituire i soldi. Ho deciso di scappare di nuovo. Quando sabato abbiamo visto la nave di soccorso che si avvicinava, eravamo terrorizzati fossero ancora i libici”. Domenica nave Aquarius ha assistito all’intercettazione di un gommone da parte della Guardia costiera libica nelle acque internazionali a 24 miglia nautiche dalle coste libiche a est di Tripoli. I volontari di Sos Mediterranee hanno visto attraverso i binocoli numerose persone gettarsi in acqua. Dopo ripetute offerte di assistenza da parte dei soccorritori, la Guardia costiera libica ha invece intimato alla nave di allontanarsi dall’operazione in corso.
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