Belpasso in lacrime per Dario Sava, 28 anni, morto a Roma in un incidente: era originario di Paternò

Si chiamava Dario Sava il giovane belpassese, nato a Paternò 28 anni fa, morto ieri sera nel tragico incidente in via Appia Pignatelli a Roma. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo viaggiava a bordo di una moto, una Suzuki Gsxr 750 quando, per ragioni da accertare, si è scontrato contro un’auto, un’Opel Zafira, all’altezza del civico 111. L’impatto è stato fatale e il giovane sarebbe morto sul colpo. Tutta da accertare la dinamica. A scontrarsi una Suzuki Gsxr 750 ed una Opel Zafira, condotta da un uomo italiano di 61 anni. Sul posto per svolgere i rilievi scientifici gli agenti dell’VIII Gruppo Tintoretto della Polizia Locale di Roma Capitale.
Per Dario la passione per le due ruote è stata fatale. Sul suo profilo social Dario pubblicava tantissime immagini che lo ritraevano in compagnia della sua motocicletta.
Il sindaco uscente di Belpasso, Carlo Caputo, appresa la notizia ha scritto righe commosse sul suo concittadino: “La morte di un giovane – scrive il sindaco – lascia increduli. Il primo pensiero è per lui, per l’interruzione del suo progetto di vita, poi per i suoi genitori, per lo sforzo che dovranno fare per sopravvivere, poi per i fratelli, i parenti, e poi per tutti noi, che meno vicini siamo comunque partecipi, perché la morte di un giovane colpisce tutta una comunità. Riposa in pace Dario”.
Tanti i messaggi di cordoglio su Facebook da parte di amici e conoscenti.  “ADDIO DARIUCCIO.. ERI COME UN FIGLIO PER ME, SEI STATO STRAPPATO ALLA VITA TRAGICAMENTE E PRECOCEMENTE…CI HAI LASCIATI IN UN MARE DI DOLORE…CI MANCHERAI SEMPRE R.I.P.” scrive Maria Grazia.
“Quando si spegne una vita è sempre un grande dolore, ma quando va via un Amico è devastante! Buon viaggio Dario Sava! È stato bello ridere insieme!  Che la terra ti sia lieve!”, scrive Rosario. “Sono incredulo e lacrimante. Dario Sava era un ragazzo davvero speciale, rispettoso amichevole con tutti. Lo ricordo da bambino l’ho visto crescere, non riesco a crederci non ho parole!”, il ricordo di Massimo.
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