Avvocato catanese arrestato dalla GdF per truffa e autoriciclaggio: incassava assegni dei clienti

Un avvocato di Catania – Fabio Gaetano Cavallaro, 49 anni – è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, che ha contestualmente sequestrato beni per 700mila euro, con l’accusa di truffa aggravata e autoriciclaggio. Il provvedimento disposto dalla Procura etnea è scattato al termine di indagini nell’ambito delle quali il professionista è risultato essere ideatore di un complesso sistema fraudolento attraverso il quale, tra il 2014 e il 2017, avrebbe sottratto ingenti somme di denaro ai propri clienti, assistiti nell’ambito di cause intentate in materia di lavoro per irregolare licenziamento. Le vittime sono una trentina di ex dipendenti di Catania Multiservizi spa che nel 2011 aveva avviato licenziamenti collettivi per 180 dipendenti. Questi avevano poi fatto causa alla societa’ partecipata dal Comune. Il legale, secondo quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza, approfittando della procura speciale rilasciata dal cliente e della domiciliazione nel suo studio per le comunicazioni giudiziarie, rendeva noto ai suoi assistiti soltanto quello che gli era utile. Cosi’ dopo avere vinto la causa, ottenendo il reintegro del dipendente e il risarcimento di cinque mesi di stipendio e il risarcimento dei contributi, incassava gli oneri e i diritti liquidati dal giudice, versando i soldi in conti bancari non intestati a lui. Se un cliente gli contestava l’incasso delle somme a lui destinate, l’avvocato, sostiene la procura di Catania, emetteva successivamente fatture professionali di analogo importo, sostenendo che aveva preso i soldi a saldo o a parziale pagamento del suo onorario. Cavallaro, ricostruiscono le fiamme gialle del Gruppo di Catania, riusciva a cambiare gli assegni ‘non trasferibili’ intestati ai clienti grazie alla sua qualita’ di procuratore speciale che la banca interpretava come estensibile all’incasso del titolo. Le indagini sono state avviate dalla denuncia di un cliente dell’avvocato che aveva ricevuto dal suo istituto di credito la segnalazione dell’erogazione, nel 2014, di 9 mila euro, mai da lui incassati, scoprendo l’intervento del suo legale nell’operazione. Nell’inchiesta entra anche una causa di lavoro contro la curatela di un fallimento di una farmacia.
Il professionista è indagato inoltre per autoriciclaggio aggravato dall’aver commesso il fatto nell’esercizio dell’attività professionale. 
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