Migranti, al porto di Catania stasera “CataniAccoglie”: un arancino per accudire i 177 della Diciotti

[sg_popup id=”6991″ event=”inherit”][/sg_popup]Cosa c’è di più accogliente di un arancino per noi catanesi? Quel cono di riso trasmette bontà già prima di essere addentato. E’ per questo che davanti allo scempio del buonsenso e dell’accoglienza che si sta consumando in questi giorni sul destino della nave Diciotti con 177 migranti a bordo c’è chi ha scelto di utilizzare l’arancino come icona di solidarietà. 
L’imbarcazione della Guardia costiera italiana, lo ricordiamo, è in attesa davanti al porto di Catania del via libera del Viminale. Da giorni il carico umano viene sballottato da una parte all’altra mentre il governo nazionale sollecita un intervento condiviso dell’UE. Umanità e accoglienza si sono perse per strada.
Annunciato da uno slogan semplice “CataniAccoglie”, i cui caratteri sono scritti in colore rossazzurro catanesissimo, questa sera alle 20.30 si terrà una sorta di raduno della buona volontà. Dal manifesto approntato per lanciare l’evento sui social si capisce dove si va a parare: una mano tiene stretto un arancino pronto per offrirlo a un ospite. Sullo sfondo dell’immagine si vede il mare e un paio di barche. L’appuntamento è davanti all’ingresso del Porto di Catania – ripetiamo, stasera alle 20.30 – e bisogna portare un arancino, simbolo di accoglienza e accudimento.

Gli organizzatori, in una nota allegata, spiegano che il tutto è fatto “per dimostrare in modo pacifico che Catania è una città accogliente e i catanesi un popolo libero, aperto e disposto alla cultura del dialogo.
“Siamo coscienti – prosegue la nota – che sarà impossibile condividere un arancino con i migranti, ma si desidera ribadire, attraverso un simbolo, l’accoglienza di una parte della comunità cittadina con lo scopo di comunicare pubblicamente e civilmente il desiderio di un “porto aperto” a Catania”. 
E’ una iniziativa bellissima e semplice. Applaudiremmo fino a spellarci le mani se non fosse per l’arancino che teniamo già tra le mani.

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