Paternò, il bavaglio allo streaming del Consiglio. La Delfa (M5S): “Per Naso, meglio apparire che fare”

Chi ha paura del lupo cattivo rappresentato dallo streaming, la trasmissione in diretta del Consiglio comunale di Paternò?

Proviamo a capire le ragioni che stanno dietro al “bavaglio” voluto, di fatto, dall’amministrazione Naso. Il Corriere Etneo comincia una serie di interviste sull’argomento a esponenti di partito e movimenti e rappresentanti di associazioni cittadine.

Partiamo con l’ing. Salvo La Delfa, attivista del M5S di Paternò.

C’è una ragione per la quale l’amministrazione Naso impedisce la diretta streaming del Consiglio comunale?

Ovviamente non so la ragione precisa ma dalle discussioni fatte in aula in questi mesi, personalmente riesco ad avanzare soltanto due ipotesi: la prima, che poi è un pensiero condiviso da più parti, è la paura di mettere a nudo la superficialità e l’arroganza politica di questa maggioranza e del modo in cui vengano trattate diverse problematiche davvero importanti per la nostra città. La seconda, e penso che tanti addetti ai lavori saranno di questo parere, è che all’interno di questa maggioranza vige l’ordine che tutto deve essere targato “Nino Naso” e quindi qualunque tipo di iniziativa deve avere il benestare del sindaco con annesse foto e interviste. Diciamo la classica politica dell'”apparire” piuttosto che del “fare”. Ipotesi e ragionamenti a parte l’unica cosa certa è che ad oggi questa nuova amministrazione è riuscita a distruggere, anziché potenziare, uno strumento creato in sinergia tra il M5S paternese e la scorsa giunta Mangano, criticata un giorno sì e l’altro pure dall’attuale primo cittadino negli anni antecedenti le elezioni. Ci tengo a sottolineare infatti che tutto nasce da una proposta, sottoscritta da oltre 500 cittadini seguita da svariati incontri. Il precedente Consiglio Comunale su proposta dell’ex Presidente del Consiglio, Laura Bottino, votarono per consentirci le riprese delle sedute e successivamente adoperarsi per fare in modo che la procedura diventasse una consuetudine. Anni di lavoro letteralmente buttati.

Questo rifiuto alla trasparenza come può essere superato?

Diretta streaming a parte, qui il discorso è molto più ampio e dobbiamo subito farci una domanda: questa mancanza di trasparenza è dovuta ad una volontà politica oppure è una mera questione di competenze e cattiva gestione? Mi pongo questo quesito perché non dobbiamo dimenticarci che l’ANAC – Autorità Nazionale Anticorruzione – ha già avviato un’attività di vigilanza sugli obblighi di trasparenza nei confronti del Comune di Paternò a seguito di una segnalazione fatta dal gruppo consiliare del M5S sulla mancata pubblicazione sul sito web dei verbali delle sedute delle commissioni e di numerosi atti relativi all’attività amministrativa, e con tutta risposta mi sono arrivate diverse segnalazioni anche in merito al nuovo sito istituzionale. Sciolto questo nodo per rispondere alla sua domanda penso che basti semplicemente seguire le direttive imposte dalla normativa vigente e attuare un’attività politica volta al miglioramento del rapporto tra cittadino e istituzioni.

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