Palagonia, il Salone delle Auto rubate: in manette 2 gestori della centrale di riciclaggio

I Carabinieri della Compagnia di Palagonia hanno arrestato il 30enne Febronio Cona e un 26enne, entrambi del posto, poiché ritenuti responsabili di riciclaggio in concorso, sequestrando altresì un ingente quantitativo di materiale rubato, tra autovetture e parti di queste già smontate e pronte ad essere piazzate sul mercato illegale dei pezzi di ricambio.
L’operazione è scaturita dalla capacità di osservazione di una pattuglia del Nucleo Radiomobile che, notato un furgone sospetto nel centro abitato del paese, ha proceduto al suo controllo, identificando alla guida il CONA, pregiudicato con precedenti specifici nella ricettazione di veicoli rubati.
All’interno del furgone, infatti, i militari hanno rinvenuto diverse parti di autovetture (sportelli, cofani, gruppi ottici completi ed altro) di cui l’uomo e il giovane che lo accompagnava non sono stati in grado di giustificarne la provenienza.
I successivi accertamenti sul veicolo ed il ritrovamento di alcune chiavi hanno condotto gli operanti all’interno di un capannone industriale di contrada Tre Fontane, nei pressi della SP. 74/II, luogo in cui è stata scoperta un vera e propria centrale per il riciclaggio di auto rubate.
Oltre a tre autovetture ancora integre, in attesa di essere smantellate, sono stati rinvenuti altri 32 veicoli parzialmente o completamente smontati, con diverse parti riciclate da autovetture di diversi modelli (Fiat Panda, Fiat Grande Punto, Fiat 500, Fiat Bravo, Alfa Romeo Giulietta, Alfa Romeo Mito, Alfa Romeo 156, Lancia Y, Jeep Renegade e Saab).
Le scocche delle auto erano state tagliate e private del numero identificativo di telaio, pronte per essere “smaltite” come ferro vecchio.
Tutti i veicoli, identificati attraverso le targhe e i numeri di telaio ancora presenti, sono risultati di recente immatricolazione e oggetto di furto nelle province di Catania e Siracusa.
Le tre vetture ancora integre, due Fiat Grande Punto e una Lancia Y, sono state asportate recentemente nella provincia etnea e nei prossimi giorni saranno restituite ai legittimi proprietari.
L’intero capannone, contenente anche le attrezzature per l’illecita attività, è stato sequestrato, mentre i due arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati rinchiusi nella casa circondariale di Caltagirone.

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