Migranti, sequestrata nave Aquarius per scarico rifiuti pericolosi: 24 indagati da Procura Catania

Aquarius
La nave Aquarius dei Medici senza frontiere è stata sequestrata su ordine della magistratura italiana perché avrebbe scaricato nei porti italiani 24 tonnellate di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, in maniera indifferenziata, come se fossero rifiuti urbani. L’accusa riguarda la Ong e due agenti marittimi e ha fatto scattare il sequestro preventivo della nave, attualmente nel porto di Marsiglia, e di 460 mila euro. L’indagine di Guardia di Finanza e Polizia, coordinata dalla Procura di Catania, avrebbe accertato uno smaltimento illecito in 44 occasioni per un totale di 24mila chili di rifiuti. 
Sono stati emessi avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 24 indagati. Nell’inchiesta di Catania sono coinvolti due agenti marittimi Gianino Francesco e Romeo Giovanni Ivan, e personale di Medici senza frontiere, Ong impegnata con la Aquarius e altre navi nei soccorsi dei migranti nel Mediterraneo. Si tratta in particolare di persone appartenete a vario titolo al centro operativo di Msf in Belgio per la “Missione Italia e al centro operativo Msf di Amsterdam. Il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e della Squadra Mobile della Questura di Catania hanno svolto lunghe e complesse indagini con servizi tecnici anche su bersagli telematici. Il decreto di sequestro preventivo d’urgenza delle somme di denaro, disposto d’urgenza dalla Procura ed eseguito sui conti correnti di alcuni indagati incluse le due Ong, e’ stato convalidato dal Gip di Catania che ha anche disposto il sequestro preventivo della Aquarius. I soggetti coinvolti, a vario titolo, risultano aver sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto delittuoso di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attivita’ di soccorso dei migranti a bordo delle navi Ong Vos Prudence (da marzo 2017 a luglio 2017) e Aquarius (dal gennaio 2017 al maggio 2018) e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco di migranti nei porti di Catania, Augusta (Siracusa), Pozzallo (Ragusa), Trapani, Messina, Palermo nonche’ in altri porti italiani.
PERICOLOSITA’ DEGLI INDUMENTI INDOSSATI DAI MIGRANTI
Dalle indagini della procura di Catania sui rifiuti pericolosi scaricati nei porti italiani dalle navi di Medici senza frontiere, e’ emersa la consapevolezza da parte degli indagati della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti, in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio. Questa e’ indicata anche nei rapporti sui salvataggi in relazione alle condizioni sanitarie dei migranti assistiti a bordo dell’Aquarius (ove si segnalano frequenti casi di scabbia, Hiv, infezioni del tratto respiratorio quali tubercolosi e meningite). L’illecita attivita’ di smaltimento dei rifiuti pericolosi e’ stata accertata con riguardo a 37 sbarchi dell’Aquarius e sette sbarchi della nave Vos Prudence, per un quantitativo complessivo di circa 24 tonnellate di rifiuti pericolosi, con il conseguimento di un indebito risparmio di costi per la Ong pari al profitto sequestrato di circa 460 mila euro. Il compendio indiziario e’ stato acquisito attraverso l’effettuazione di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video, nonche’ l’analisi di documentazione marittima, sanitaria e commerciale relativa ai citati sbarchi e gli scali tecnici delle navi Ong produttrici di rifiuti. In particolare, per ogni sbarco e scalo tecnico: – il Comandante della nave trasmette alle autorita’ marittime e all’agenzia marittima raccomandataria – 24 ore prima dell’approdo – un modulo di notifica con l’indicazione della categoria e dei quantitativi di rifiuti da conferire; in ragione della tipologia dei rifiuti da sbarcare, il gestore dell’impianto portuale organizza il servizio di raccolta; – al termine delle operazioni, l’operatore ecologico consegna al Comandante o suo preposto il “buono di servizio giornaliero”, valido come ricevuta di effettiva consegna della tipologia e dei quantitativi di rifiuti dichiarati; – la ditta portuale concessionaria del servizio di smaltimento prende in carica i rifiuti (registro di carico e scarico); – durante il trasporto in discarica i rifiuti sono accompagnati dal formulario di identificazione rifiuti 
RIFIUTI SANITARI MAI DICHIARATI
Dalle indagini e’ emerso che in occasione di tutti gli sbarchi lo smaltimento dei rifiuti era realizzato per il tramite della M.S.A. di Gianino che nei porti diversi da Augusta si avvaleva di propri sub-agenti, senza mai dichiarare la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo derivanti dagli scarti degli alimenti e dagli indumenti indossati dai migranti, seppur in presenza di numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanita’ Marittima siciliani e del Sud-Italia intervenuti al momento dell’arrivo dei migranti nei porti italiani. Infatti, nel periodo gennaio 2017 – maggio 2018 venivano rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, AIDS e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati. L’accordo criminoso concluso tra gli appartenenti alle Ong e l’agenzia marittima di Gianino Francesco consentiva da un lato alle stesse Ong di realizzare notevoli risparmi di spesa per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, dall’altro allo stesso Gianino di offrire un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali grazie al quale triplicava il suo giro d’affari passato dai 45 mila euro del 2014 ai 140 mila euro del 2016. Altrettanto determinante e’ risultato il contributo di Giovanni Ivan Romeo il quale, attraverso la sua societa’ (Romeo Shipping s.r.l.), si e’ occupato a Catania, per conto della MSA di Gianino, della intermediazione al ritiro dei rifiuti di bordo tra i comandanti delle navi Vos Pudence e Aquarius, e la societa’ cooperativa “La Portuale II” – amministrata dal padre Mario Romeo – aggiudicataria del servizio di raccolta rifiuti all’interno del porto di Catania. Al fine di riscontrare il gia’ grave quadro indiziario, le Fiamme Gialle etnee, il 10 maggio scorso, al termine dello sbarco di 105 migranti dall’Aquarius, verificavano e sottoponevano a sequestro il carico di rifiuti appena trasbordato dalla nave e trasportato da un autocarro compattatore diretto presso il deposito della societa’ cooperativa “La Portuale II”. In tale circostanza si accertava che tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal Comandante dell’Aquarius quali rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo consistenti in indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, nonche’ rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall’attivita’ di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo ai migranti. 
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