Paternò, successo per la notte bianca di Santa Barbara: vicoli e altarini per capire la festa

La festa di Santa Barbara a Paternò, si presenta alla città, con la “Notte Bianca Barbarina” – realizzata – la notte del 24 novembre – dai giovani, dalle famiglie e dai gruppi parrocchiali che vivono intensamente la loro professione di fede e devozione, proponendo alla città un evento culturale straordinario.
Un viaggio al quale hanno partecipato molte famiglie, studiosi e giovanissimi, tra i tesori della memoria; visitando chiese, altarini, piazze e vicoli per conoscere, per capire, per amare – non solo la Santa, ma il patrimonio culturale che ad essa è collegata.
Le guide hanno narrato le vicende che hanno caratterizzato il culto di Santa Barbara a Paternò.
Il significato del percorso – sul piano liturgico e antropologico – le connessioni storiche, le implicazioni sulla storia della città e delle sue architetture. Il nesso tra i Benedettini e la parrocchia, tra le reliquie e la storia politica della città. Parti – apparentemente scollegate – di città connesse da eventi simbolici, miracolosi e ricche di mistero e devozione.
Poi le mostre, la visita delle parti della chiesa di Santa Barbara, mai viste, il coro e le candelore (varette). Tra i vicoli della città, dentro le chiese, passando per gli altarini. Un fiume di gente, attenta e curiosa di conoscere la storia della propria città e tra questa gente anche turisti per caso.
Un progetto culturale interessante, che andrebbe approfondito e reso mediaticamente più ridondante. Un modo pulito e colto di fare divulgazione, di narrare un tema religioso, rivolgendosi a tutti, credenti e meno credenti. Uno stile sobrio – di raccontare – che punta sui documenti e sulla storia (lontano da certi dilettantismi).
Una bella serata, bagnata da qualche goccia di pioggia, che ha reso i suoi protagonisti (le guide e gli spettatori) più consapevoli del vero significato della festa.
Un modo di fare cultura che può essere alla base di un nuovo modello turistico, competente ed emozionale.
La Chiesa si apre alla città, la parrocchia narra la sua storia, gli uomini e le donne – che ne fanno parte – ridisegnano un nuovo stile narrativo, dove l’architettura, la musica, le tradizioni, la città, la festa (anche quella intima) diventano il teatro delle passioni.
Il prossimo appuntamento sarà nella chiesa di San Francesco di Paola, l’1 dicembre alle 16,30 – per il Recital di poesie a Santa Barbara ideato da Angelino Cunsolo e diretto da Rosario Cunsolo; aspettando il 4 dicembre, quando i festeggiamenti coinvolgeranno tutta la città, con occhi nuovi e più consapevoli del rito religioso e culturale.

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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