Paternò, poesie a Santa Barbara nel recital annuale: 18^ edizione, creata da Angelino Cunsolo

Ogni cristiano sa che la propria vita è un cammino verso il Signore. Con l’inizio di dicembre, ultimo mese dell’anno, i paternesi oltre a prepararsi al Santo Natale, vivono un momento di comunione attorno a Santa Barbara, la fanciulla che andò incontro al martirio abbracciando la Fede in Cristo Gesù. Prima del fragore della festa il 4 e 5 dicembre, ieri pomeriggio – 1 dicembre -, presso la Chiesa di San Francesco di Paola si è svolto il 18° Recital di poesie in onore di Santa Barbara, famosa in tutto il mondo, protettrice dei pompieri e delle forze armate; i padri teutonici ne divulgarono il culto intorno al 1500, eletta patrona di Paternò.

Recital ideato da Angelino Cunsolo, docente, scrittore, decano dei giornalisti di Paternò e già direttore del periodico locale “La Gazzetta dell’Etna”. Malgrado le difficoltà organizzative, ma soprattutto l’impossibilità a presenziare, dovuto al peso dei 90 anni del professore Angelino Cunsolo, e alle sue precarie condizione di salute, il figlio Rosario Cunsolo non si è sottratto al compito: ha raccolto l’invito del parroco Salvatore Magrì, il sostegno del primo cittadino Nino Naso e ha organizzato il recital, come sempre affollato da poeti di rango, e poeti per un solo giorno. Anche in questa edizione, tutte le poesie pervenute sono state raccolte e pubblicate in una brochure, curata da Rosario Cunsolo in collaborazione con l’amico fraterno del papà Pippo Virgillito, arricchita da foto antiche della raccolta privata del fotografo Fernando Tattareso. Ricordato, ad un anno dalla scomparsa, il professore Vincenzo Fallica, a lui è stata dedicata una lettera aperta dal gruppo di amici di Angelino, indirizzata al Paradiso. Molte le novità quest’anno. La relazione dell’architetto Giuseppe Mirenda, che ha esposto le origini e la tipologia della bellissima chiesa di Santa Barbara e della sua forma. Tra le composizioni originali, scritta a quattro mani, quella proposta dagli insegnanti e giornalisti Maria Gabriella Cirino e Francesco Giordano. “Santa Barbara si nni voli iri..” un dialogo tra Santa Barbara e il devoto paternese. Una fotografia di come oggi, nel 2000 il devoto vive la festa di Santa Barbara, ovvero in maniera molto appariscente a volte priva di Fede. Motivo per cui la Santa, non accetta più di essere, simbolicamente, la Padrona di Paternò; indignata, vuole scappare. Una parodia, che purtroppo rappresenta i devoti dei santi, in ogni parte del mondo Cattolico, mentre invece attraverso l’esempio dei santi, bisogna recuperare la Fede, il vero senso di appartenenza a Cristo.

Un salto nel passato, con Cettina Busacca figlia d’arte, ricordando il padre come altri cantastorie paternesi, durante la festa catturavano l’attenzione dei passanti, con le storie cantate. Cettina Busacca, accompagnata alla chitarra da Franco Placido Livrizzi ha cantato “Canzuna a Santa Barbara” versi di Giuseppe Parisi,

Largo, poi, alle poesie: bella quella in vernacolo, ormai una costante, di Giuseppe Di Dio, che ha rispolverato vocaboli a i più giovani sconosciuti, dal “cuppuluni” alla “tannura” e la bella la poesia di Gianna Finocchiaro. Molte le poesie a rime baciate, come quella di Barbara Guzzo. Tornano i poeti per un solo giorno, o prestatori di voce come Grazia Scavo. Si fanno onore i veterani del recital, Mimmo Arcoria, in compagnia di Turi Bonanno, Carmelo Santangelo, Antonella Paparo, Salvatore Cifalinò, Grazia Papa, l’amica di famiglia Cunsolo Agata Palumbo Tattareso, Giacomo Pistone, Giuseppe Distefano, Pina Di Mauro che quest’anno ha lanciato la figlia Tiziana Bellia. Entrano a far parte della “gruppo amici di Angelino Cunsolo” oltre ai giovani compositori come Giorgio Fichera, Maria Grazia La Mela, Clarissa Parisi, per la prima volta Maria Grazia Cannatella. La giovane greca Ioanna Leotari con la poesia “Dal fuoco alla luce” ha posto l’attenzione sulla violenza alle donne, chiamando “Dioscorus mi senti? Satana era in te… Tua figlia odiata adesso è venerata”. Anche Francesco Finocchiaro pone l’accento sulle donne, auspicando una nuova Gerusalemme. Tra i compositori che con nostalgia vivono i fasti della festa, lontani da Paternò Vincenzo Cunsolo e Pier Manuel Cartalemi.

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Riguardo l'autore Alfio Cartalemi

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