Sistema Montante, la difesa chiede di spostare il processo: deciderà la Cassazione

 

I legali di Antonello Montante presentano alla Cassazione un’istanza di rimessione del processo per legittimo sospetto, dopo il rigetto della richiesta di scarcerazione da parte dei giudici nisseni. Ma la procura di Caltanissetta di dichiara “serena”. L’avvocato Carlo Taormina denuncia che nel procedimento a carico dell’ex presidente di Sicindustria, accusato di corruzione e di avere creato una rete in grado di spiare anche le inchieste a suo carico, si stiano commettendo “una serie di anomalie”. Il legale sostiene, inoltre, che le condizioni di salute dell’ex leader di Confindustria, recluso da maggio nel carcere di Caltanissetta siano incompatibili con il regime carcerario. Netto il procuratore Amedeo Bertone: “Siamo tranquilli e sereni rispetto a queste insinuazioni”. I magistrati del Tribunale di Caltanissetta, per i legali di Montante “nutrirebbero un pregiudizio nei suoi confronti perché per oltre dieci anni ha condiviso con loro il compimento di sistematiche ed altamente proficue attività antimafia, rapporti che non permettono ad essi serenità di giudizio. Sarà ora la Corte suprema di Cassazione a pronunciarsi sulla richiesta di trasferimento del processo, ma saranno contemporaneamente sollecitati gli organi di controllo della procura generale della Corte di Cassazione, del ministro della Giustizia e del Consiglio superiore della magistratura, onde stabilire cosa stia accadendo presso il tribunale di Caltanissetta”. “Accuse infondate – riprende Bertone – tutti gli atti del materiale sequestrato li abbiamo trasmessi a Catania”. Sulla perizia invece, secondo la quale le condizioni di salute di Montante non sarebbero compatibili con il regime carcerario, sottolinea: “Abbiamo ravvisato nelle conclusioni un difetto motivazionale. In ogni caso sarà il Gip a decidere”.

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